di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale UGL

La morte inaccettabile della giovane operaia, Luana, di soli 22 anni e già madre di una bambina, deceduta dopo essere rimasta intrappolata in un orditoio dell’azienda tessile in cui lavorava, si trova all’incrocio di due piaghe che l’Italia deve assolutamente risanare: l’insicurezza quotidiana sul lavoro e il crollo delle nascite. A causa della pandemia, si è verificato per l’Istat un considerevole calo dei nuovi nati, soprattutto nei Paesi più colpiti dal coronavirus, come l’Italia (-8%) e la Spagna (-20%). Quanto avvenuto nel nostro Paese è l’ulteriore conferma di quanto avveniva già da tempo. L’ingresso nel mondo del lavoro in età sempre più avanzata, il lavoro sempre meno stabile, stipendi non all’altezza del costo della vita, la scarsa presenza dello Stato e del welfare non inducono le persone e soprattutto i giovani a fare progetti a lungo termine sia in termini di lavoro sia di vita. Per la stessa ragione, la paura del futuro, è aumentata la propensione al risparmio. Propensione che, pericolosamente, va di pari passo con il crollo dei consumi e che non favorisce la ripresa. Negli ultimi tre mesi del 2020 le famiglie hanno dimostrato la propensione a mettere da parte il 15,2% del loro reddito disponibile, mettendo da parte sui conti correnti in banca circa 75 miliardi. Bella notizia? Fino ad un certo punto perché è invece il segnale di un ulteriore ampliamento delle diseguaglianze. Per la Banca d’Italia, in un’«indagine straordinaria» pubblicata da Concetta Rondinelli e Francesca Zanichelli, «metà della popolazione vive in famiglie che dichiarano di non avere risorse per mantenere uno standard minimo di vita per tre mesi, in assenza di entrate». La capacità di risparmio, dunque, è aumentata sensibilmente con l’età ed è massima per i pensionati. Una generazione di giovani poveri sarà indotta a fare sempre meno figli. Luana però ha scommesso sul suo futuro e noi l’abbiamo persa.
Attenzione però, questi non sono mali ineluttabili e tragedie inevitabili. Sul fronte della sicurezza sul lavoro, è necessario implementare le tutele e le garanzie per i lavoratori rafforzando i controlli, la formazione e la cultura della sicurezza soprattutto nei settori più a rischio. Contro il vertiginoso calo delle nascite, non si può che confermare l’importanza dei tre pilastri, «un welfare adeguato, una casa e un lavoro sicuro», sui quali per il presidente del Consiglio, Mario Draghi, si può e si deve costruire in Paese diverso per le nuove generazioni. Vorremmo solamente che, come organizzazione sindacale, ci venisse data la possibilità di dare il nostro contributo.
Quanto a Luana, per onorare la sua memoria e di tutte le vittime sul lavoro, possiamo soltanto dire che l’UGL continuerà a battersi sensibilizzando le istituzioni e l’opinione pubblica sulle morti bianche e ribadendo ancora una volta: «basta stragi sul lavoro».