Poco o nulla sul versante del potere d’acquisto di stipendi e pensioni

Una conferma per il lavoro dipendente e nessuna novità di rilievo per i pensionati. Volendo semplificare, il messaggio che arriva dalla legge di bilancio sul versante fiscale è questo. Al netto della promessa di introduzione dell’assegno unico per i figli a carico, una misura che andrà valutata compiutamente al termine, in quanto non sarebbe accettabile la semplice somma degli assegni familiari con le attuali detrazioni, la riforma fiscale tanto attesa non fa parte di questa legge di bilancio. Ciò che ritroviamo è soltanto la conferma del bonus Renzi rafforzato ed allargato che ha effetti positivi soprattutto nella fascia di reddito individuale compreso fra 26.600 e 30mila euro, mentre tiene fuori i cosiddetti incapienti, vale a dire chi percepisce un reddito inferiore alla soglia di circa 8mila euro, e regala appena 20 euro in più al mese per la fascia intermedia. Ancora peggio va ai pensionati. Nonostante le promesse del governo, in legge di bilancio invece non vi è nulla sul versante del potere d’acquisto delle pensioni. Considerando che il tasso di inflazione, a cui si aggancia la rivalutazione o perequazione degli assegni, è addirittura sotto zero (-0,3% a novembre), non si annunciano aumenti, dopo che per l’anno in corso l’incremento è stato irrisorio, in particolare per gli assegni compresi fra tre e quattro volte il minimo, nell’ordine di circa quaranta centesimi ogni mille euro.