Zone rosse in base a scelte politiche? Il leader della Lega, Salvini, replica: «No, spero proprio di no»

Assicura il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «Non stiamo dando schiaffi a nessuno. Non c’è una deliberata volontà di penalizzare qualcuno», con l’ultimo dpcm che divide il Paese in zone a seconda del rischio contagio. «Il virus è un treno che corre, oggi c’è bisogno di ulteriori riduttori di velocità», ha aggiunto il premier, giustificando così il dpcm nel corso di “Cibo a regola d’arte, il food festival del Corriere della Sera”. Al centro delle polemiche di questi giorni, però, non ci sono state solo le nuove misure restrittive – necessarie, probabilmente, visto l’andamento della curva epidemica – o la metodologia usata per stabilire quali zone del Paese sono sicure e quali no. A far discutere è stato il modus operandi del governo nel processo decisionale: gli appelli alla collaborazione rivolti pubblicamente l’opposizione non si sono tradotti in azione. «Cosa avrei fatto? Più ascolto, più coinvolgimento perché quello che è difficilmente comprensibile sono queste scelte improvvise che cambiano ogni settimana», ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo a Radio24. «Io voto le cose che mi vengono spiegate. Noi da mesi facciamo domande e proposte e da mesi il governo tira dritto per la sua strada. Non puoi fregartene del resto del mondo e poi chiedere collaborazione», ha concluso Salvini.