Solo sport e cultura occupano oltre mezzo milione di addetti stabili

In attesa di capire quali strumenti di ristoro vorrà mettere in campo il governo per venire incontro alle categorie maggiormente colpite dal nuovo decreto del presidente del consiglio dei ministri, i sindacati cominciano a fare due conti. Così, mentre il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, continua a seguire la linea dettata dalla stessa ministra del lavoro, Nunzia Catalfo, impegnata in un duro faccia a faccia con il collega all’economia, Roberto Gualtieri, l’Ugl insiste sul fatto che sport e cultura vanno considerati a tutti gli effetti settori produttivi e non semplicemente aspetti ludico e ricreativi. I soli lavoratori dello sport iscritti in forma esclusiva alla previdenza sono infatti oltre 200mila, ai quali se ne possono aggiungere altrettanti che operano part time o come collaboratori. Discorso simile anche per quanto riguarda il vasto mondo della cultura che genera occupazione sia direttamente che indirettamente, comprese tutte quelle attività complementari relative alla pulizia dei locali e alla ristorazione. A tal proposito, la chiusura del servizio ai tavoli per bar e ristoranti già alle 18 ha un impatto su tutta l’occupazione a tempo determinato, in particolare a tempo parziale che è concentrata proprio nelle ore serali, anche perché la ripresa dello smart working su ampia scala riduce pure i flussi alla mattina e all’ora di pranzo. Senza dimenticare i cosiddetti fieristi.