L’Italia sommersa, non solo dalla pioggia, ma anche da una crisi economica senza precedenti. Dopo la lunga estate calda del Covid-19, arrivano i temporali e i drammatici dati dell’Istat: Pil giù del 12,8%

Mentre si assiste all’arrivo dell’autunno, iniziato con il maltempo, gli allagamenti, le esondazioni, quella dell’Adige con purtroppo due dispersi, la chiusura dell’Autostrada del Brennero, i temporali reali si sommano a quelli metaforici: non è iniziata solo la brutta stagione metereologica, ma anche una pessima fase economica. Sono arrivati, infatti, i dati dell’Istat a certificare i danni fatti dalla pandemia da Covid 19 e dalle conseguenti chiusure delle attività: l’Italia è in una grave recessione con il Pil diminuito del 12,8% rispetto al trimestre precedente e del 17,7% nei confronti del secondo trimestre del 2019. Era dal 1995 che il nostro Prodotto Interno Lordo non registrava un calo così consistente. I numeri reali peggiori delle stime, che pure non erano buone. Tutti i principali aggregati della domanda interna sono in diminuzione: -8,7% per i consumi finali nazionali, -14,9% per gli investimenti fissi lordi. Diminuite sia le importazioni che le esportazioni, rispettivamente del 20,5% e del 26,4%. Scende la domanda nazionale al netto delle scorte, calata di 9,5 punti percentuali alla contrazione del Pil. Diminuiscono del 6,7% i consumi delle famiglie, del 2,6% gli investimenti fissi lordi e scende anche la spesa della Pubblica Amministrazione, dello 0,2%. Crescono, invece, i prezzi seppure in misura molto più lieve. Aumentano i beni alimentari, i servizi di trasporto, quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona. L’Italia, dopo l’acquazzone gelato rappresentato dalla pandemia e dai suoi effetti sull’economia e sulla società, in assenza di contromisure adeguate, di politiche capaci di restituire fiducia e aiutare la ripresa, rischia di trovarsi pericolosamente impantanata in una spirale recessiva.