Ognuno polemizza con l’altro per i rispettivi ritardi; pagano i lavoratori

Anche aprile è praticamente finito ed ancora non c’è traccia, nella maggioranza dei casi, del pagamento degli ammortizzatori sociali né del più volte annunciato decreto legge che dovrebbe bissare e rafforzare le misure di sostegno al reddito previste dal Cura Italia. Se per il nuovo decreto legge tutto è rimandato al consiglio dei ministri che si terrà alla vigilia della Festa dei lavoratori – anche se non saremmo sorpresi nel vedere un provvedimento approvato con la solita formula del salvo intese che approda in gazzetta ufficiale non prima del 4 maggio -, intorno alla gestione degli ammortizzatori sociali continuano a divampare le polemiche che somigliano sempre più, purtroppo, alla pratica mai abbandonata dello scaricabarile. Un passo indietro: come si ricorderà il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, aveva assicurato che l’Istituto era in condizione di pagare tutti entro aprile. Nel frattempo, Abi e Parti sociali hanno sottoscritto una convenzione per l’anticipo della cassa integrazione nei casi in cui l’azienda non è in condizione di anticipare a sua volta quanto spettante al dipendente. È il caso, quest’ultimo, principalmente della cassa integrazione in deroga che passa dalle regioni. Ciò che si sta registrando è un corto circuito fra Inps, regioni ed Abi con il risultato che nessun lavoratore – o molto pochi – delle piccole imprese sta prendendo la cassa integrazione o ha avuto accesso alla anticipazione bancaria.