È una priorità per l’Italia la difesa dei confini, non lo è mandare a processo un ex ministro dell’Interno per averli difesi. Oggi l’Aula del Senato è stata chiamata ad esprimersi sull’ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d’Italia per negare la richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale di Catania nei confronti di Matteo Salvini. Il Tribunale dei Ministri di Catania contesta all’ex capo dell’Interno l’ipotesi di sequestro di persona per i 131 migranti, rimasti per quattro giorni sulla nave militare prima dello sbarco ad Augusta il 31 luglio 2019. Il voto del Senato – palese e a maggioranza assoluta dei componenti – sarà definitivo e l’esito finale sarà ufficializzato in serata perché le urne resteranno aperte fino alle 19 circa per lasciare il tempo a tutti di esprimersi. I senatori sono chiamati a decidere solo se «l’atto è stato compiuto nell’interesse pubblico», ha spiegato la senatrice della Lega, Giulia Bongiorno, sottolineando che «è in gioco anche l’indipendenza dei poteri, l’autonomia del potere politico». L’Aula ha deciso per il sì.

Il leader della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in Senato ha chiesto al suo gruppo parlamentare di far «decidere ad un giudice se ho difeso il mio Paese o sono un criminale». Si tratta per l’ex ministro degli Interni ed ex vice premier nel primo Governo Conte della seconda accusa di sequestro di persona per aver impedito lo sbarco di immigrati clandestini che si trovavano a bordo di navi della Marina militare italiana, rivoltagli in entrambi i casi dallo stesso Tribunale dei Ministri che oggi lo accusa, quello di Catania. All’epoca, il blocco in porto della nave Diciotti della Marina militare e dei 144 immigrati clandestini soccorsi in mare che si trovavano a bordo. Il Tribunale chiese al Senato l’autorizzazione a procedere contro Salvini, il Senato, con il voto determinante del Movimento 5 Stelle, all’epoca alleato della Lega, respinse la richiesta. Salvini ha sempre spiegato che il trattenimento dei migranti a bordo delle navi militari era una strategia per costringere i Paesi europei a rendersi disponibili ad accogliere i migranti e a cambiare il sistema in vigore, obiettivo peraltro messo nero su bianco nel contratto di governo sottoscritto nel 2018 tra M5s e Lega, mentre è cambiata la strategia del M5s che, non essendo più alleato della Lega, ha votato insieme al Pd per autorizzare il processo nei confronti di Salvini. Mentre l’Italia non riesce più a crescere e gli italiani se ne vanno via.