Anche Conte ha chiesto un cambio di marcia all’esecutivo

Il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sono d’accordo su una cosa. Per una volta. «Questo è un governo che campa solo sui rinvii e invece con la libertà dei cittadini non si scherza», ha osservato il primo, conversando con i giornalisti nel cantiere del nuovo Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria e anticipando che «la prossima settimana» la Lega depositerà le sue «proposte in tema di concessioni pubbliche, tasse sulla plastica e sulla giustizia». «Arriva il momento delle decisioni. Gli italiani si aspettano risposte, non litigi e rinvii, anche sul tema della prescrizione sul quale mi sono speso per trovare un punto di mediazione sempre più avanzato», ha aggiunto il secondo. Difficile dare torto ad entrambi: le forze che compongono la maggioranza passano la maggior parte del tempo a discutere, rallentando l’azione di governo e a pagarne le conseguenze sono gli italiani. A rendersene conto non sono stati solo Salvini e Conte. «Non considero questo governo come un governo amico ma pienamente del Pd e penso che abbia svolto una azione decisiva pur tra mille difficoltà ma deve ripartire, il Pd non è disposto ad accettare rallentamenti». Chi lo ha detto? Il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, nella relazione di apertura della Direzione nazionale del partito.