Bonafede replica a Renzi che ha chiesto un passo indietro: «Vado avanti»

Difficile chiamarlo confronto. Quello in corso tra le forze di maggioranza sulla prescrizione è più simile ad uno scontro. Tanto per le posizioni (inconciliabili) quanto per i toni utilizzati dai protagonisti. Particolarmente minaccioso il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, contrario da sempre alla riforma voluta dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «A Bonafede dico: fermati finché sei in tempo, perché noi votiamo contro la follia che avete fatto», ha detto ieri nel corso dell’Assemblea di Iv, consapevole del peso che il suo piccolo partito ha sulla tenuta dell’esecutivo: «Fermatevi finché siete in tempo: patti chiari, amicizia lunga. E non avete i numeri senza di noi al Senato e forse alla Camera». Almeno a parole, Renzi appare intenzionato ad andare fino in fondo. Costi quel che costi: «Se qualcuno pensa che per lo status quo del governo rinunciamo a secoli di civiltà giuridica, si sbaglia». Una dichiarazione di intenti che non sembra aver avuto l’effetto sperato: indurre il guardasigilli ad un ripensamento. «Vado avanti», ha annunciato Bonafede su Facebook, replicando a Renzi. Lo ha fatto implicitamente, perché nel post il leader di Italia viva non viene mai citato dal ministro. Anche se il riferimento è evidente. «Non accetto ricatti e minacce da nessuno», ha aggiunto. Per poi concludere: «Non credo che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, ci mancherebbe. Qualcuno dovrebbe semplicemente rendersi conto di non essere più al governo con Alfano e Verdini (che, come noto, hanno una concezione della giustizia lontana anni luce dalla mia)». Una maggioranza composta da forze politiche eterogenee può essere in disaccordo su alcuni tempi. L’importante è trovare un punto di incontro. Cosa che sembra impossibile, al momento. C’è chi si è detto comunque fiducioso: «Confido sul fatto che le soluzioni si possano trovare», ha ammesso il segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti, provando a disinnescare il caso, smorzando i toni. «L’ho sempre detto: basta con i picconi, basta con le divisioni, basta con le lacerazioni». Quindi il Pd voterà insieme al centrodestra sulla prescrizione? «Noi non lo facciamo, chiedetelo a chi lo fa», ha replicato il leader del Pd.