Questa mattina il Consiglio dei Ministri, riunitosi a Palazzo Chigi, ha approvato il Documento di economia e finanza. Nel corso della conferenza stampa che ha seguito la riunione, il premier uscente, Paolo Gentiloni, ha specificato che il DEF 2018 al momento «non contiene parti programmatiche e riforme che spettano al prossimo governo, fotografa la situazione tendenziale dalla quale emerge quadro positivo». Illustrando i dati, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha parlato di numeri incoraggianti, che lasciano presupporre che il Pil italiano «possa andare oltre le cifre che osserviamo adesso, almeno al 2%». Tuttavia, parlando con i giornalisti, il responsabile del Tesoro ha sottolineato come anche per il 2018, come per il 2017 (la cui stima è stata confermata), il DEF indichi un progresso del Pil di 1,5 punti percentuali. Questo, ha spiegato, «riflette un atteggiamento prudenziale di quello che l’economia italiana può produrre, ed in linea con le previsioni da ultimo rilasciate dal Fmi che ha aumentato la stima appunto all’1,5%». Confermata in rallentamento la previsione di crescita economica per il prossimo biennio: +1,4% per il 2019 e +1,3% per l’anno a seguire. In rialzo rispetto alle stime il rapporto deficit/Pil. Le ultime rilevazioni dell’Istat hanno indicato un 2,3%, legato soprattutto al salvataggio degli istituti di credito, mentre l’esecutivo prevedeva un 1,9%. Per il 2018 il Documento di economia e finanza indica un rapporto pari all’1,6%. Per quanto riguarda il debito, invece, l’esecutivo prevede un 130,8% del Pil per il 2018, un 128% per il2019 e un 124,7% per il 2020.