di Annarita D’Agostino

Siamo lenti, troppo lenti: è questo il dato complessivo che emerge dal rapporto sull’economia italiana diffuso oggi dal Centro Studi Confindustria. Con l’occupazione che rallenta, il rapporto deficit/pil stagnante e l’erogazione del credito debole, il tenue rialzo del pil segnalato dalle imprese non è foriero di buone notizie per il nostro sistema produttivo. Anzi: se è vero che il Csc rivede le precedenti stime per il 2017 e il 2018 del +0,8% e +1%, i numeri dicono che si scenderà dall’1,3% all’1,1% fra un anno. L’andamento trimestrale “più vivace” è determinato unicamente dall’accelerazione del commercio mondiale e dalla conseguente più veloce espansione delle esportazioni italiane.
Sull’andamento del Paese continua a pesare la mancanza di lavoro: nel 2017 e nel 2018 la crescita dell’occupazione rallenterà allo 0,9% e allo 0,8% dal +1,4% del 2016, le unità di lavoro saranno ancora – 900mila rispetto ai livelli pre-crisi e il tasso di disoccupazione sarà di poco inferiore al 10%. Anche se “tra il quarto trimestre 2013 e il primo trimestre 2017 – rileva il Csc – si sono registrati +730 mila occupati rispetto al punto minimo toccato nella seconda metà del 2013” non si devono dimenticare “né i 7,7 milioni di persone cui manca il lavoro, in tutto o in parte, né l’alta disoccupazione di lunga durata (ossia da almeno 12 mesi, quasi il 60% del totale) né l’elevata disoccupazione giovanile, che sta alimentando una forte emigrazione dall’Italia all’estero e dal Sud al Nord”.
A ciò si aggiunge una lentissima discesa del deficit pubblico, che si fermerà al 2,3% del pil quest’anno e al 2,4% nel 2018, e del rapporto debito/pil che sarà al 133,2% nel 2017 e al 133,7% nel 2018 dal 132,6% registrato lo scorso anno.
Le imprese provano a ripartire accelerando gli investimenti (+2,6% nel 2017 e +2,9% nel 2018) ma l’erogazione di credito alle imprese è “ancora debole” (-0,2% medio al mese nei primi 4 mesi del 2017) e le sofferenze del sistema produttivo italiano restano “stabili”.