di Claudia Tarantino

Seguendo la scia di quella europea, anche l’inflazione del nostro Paese a maggio rallenta, segnando -0,2% su base mensile. Una frenata, tutt’altro che brusca, dovuta principalmente ai prezzi di alcune tipologie di prodotto, la cui crescita si riduce di ampiezza pur rimanendo sostenuta. “È il caso – spiega l’Istat presentando le stime preliminari – degli Energetici non regolamentati (+6,8%, da +9,1% di aprile), dei Servizi relativi ai trasporti (+3,2%, da +5,5%) e degli Alimentari non lavorati (+3,7%, da +4,7%)”.

In particolare, i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti hanno risentito dell’effetto di fattori stagionali che – secondo l’Istituto di statistica – sono di “segno opposto a quelli che ne avevano determinato la forte crescita ad aprile”, cioè festività pasquali e festa della Liberazione.

Quindi, pur segnando un passo indietro su base mensile, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,4% rispetto a maggio dello scorso anno (era +1,9% ad aprile).

L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,2% per l’indice generale; +0,6% per la componente di fondo.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, quelli che compongono il cosiddetto ‘carrello della spesa’, salgono a maggio dello 0,1% su base mensile e dell’1,6% su base annua, quindi di più rispetto al dato generale (+1,4% annuo). Sempre per gli stessi beni, la crescita annua ad aprile era stata pari all’1,8%.

Mentre i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,1% in termini congiunturali e dell’1,8% su base annua, in attenuazione da +2,2% del mese precedente.
Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,2% su base mensile e sale dell’1,5% su base annua (da +2,0% di aprile).