di Annarita D’Agostino

Continuano a salire debito pubblico ed entrate tributarie. Al 31 dicembre 2016, il debito italiano ammonta a 2.217,7 miliardi di euro e le entrate tributarie a 438,6 miliardi di euro: sono i dati, entrambi in aumento, registrati da Banca d’Italia nel supplemento ‘Finanza pubblica, fabbisogno e debito’ diffuso oggi. Rispetto al 2015, il debito sale di 45 miliardi, anche se in calo rispetto a novembre, a causa del fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (42,5 miliardi) e dell’incremento di 7,4 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro.
Per quanto riguarda il debito delle PA, alla crescita di quello delle amministrazioni centrali fa da contraltare la diminuzione di quelle locali, mentre il debito degli enti previdenziali resta sostanzialmente stabile. A bilanciare con effetti di contenimento sono anche l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio.
Sul versante del fisco, le entrate tributarie segnano un +5 miliardi rispetto ai 433,4 riscossi nel 2015, con un ammontare di 70 miliardi nel solo mese di dicembre. Le ‘altre entrate’ totalizzano, nell’anno, 64 miliardi di euro, portando il totale degli incassi di bilancio a 502,6 miliardi contro i 494 miliardi del 2015.
Sono proprio le spese delle amministrazioni e le imposte ad essere oggetto principale delle ipotesi sulla manovra che trapelano in questi giorni. Secondo indiscrezioni pubblicate dall’agenzia di stampa Adnkronos, il modesto miglioramento del dato sul Pil 2016 registrato dall’Istat consentirebbe al governo di chiedere a Bruxelles uno “sconto” di circa 500 milioni sulla manovra, portandola da 3,4 a circa 3 miliardi di euro complessivi. “Bocciata ogni ipotesi di rialzo delle accise e di tasse indirette – scrive l’agenzia -, i pilastri su cui verterà la manovra sono l’ampliamento e proroga dello split payment [nuovo meccanismo di liquidazione dell’IVA introdotto dalla Legge di Stabilità 2015, ndr.], e i risparmi sulla spesa intermedia dei ministeri. Dall’ampliamento della platea dei soggetti che dovranno procedere alla scissione contabile e la relativa proroga al 2020 della misura, previo via libera Ue, il governo potrebbe incassare 1 mld di ulteriore gettito per il 2017. Dai tagli alla spesa per il funzionamento ministeriale si stimano 800-900 mln di risparmi”.
Sarebbe inoltre confermata l’intenzione del governo di presentare una proposta di intervento entro il 22 febbraio, data di pubblicazione del rapporto sul debito dell’Italia e ultimatum dato da Bruxelles a Roma per evitare la stangata sul debito e, quindi, l’eventuale apertura di una procedura di infrazione.
Accantonata la possibilità di tassare sale da gioco, bar e tabacchi, il sottosegretario all’Economia e alle Finanze con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, ha liquidato come pura “ipotesi” anche l’indiscrezione, riportata oggi dal quotidiano La Repubblica, di un raddoppio al 12,5% della tassazione sulle vincite sopra i 500 euro, oggi sottoposte a un prelievo del 6%, che porterebbe nelle casse statali altri 300-350 milioni di euro. Il governo starebbe esaminando anche la possibilità di aumentare da 100 a 300 milioni la base d’asta del Superenalotto.