In pieno accordo con il presidente Boeri, ho deciso di sospendermi volontariamente dall’incarico di direttore generale Inps avendo appreso da alcuni articoli di stampa che sarei indagato dalla Procura di Nocera per abuso d’ufficio nell’ambito della gestione di un’ispezione Inps in Enel, in cui ho lavorato come direttore del personale dal 2006 al 2014. Ispezione che ha evidenziato mancati versamenti per 40 milioni di euro”.

Un altro duro colpo è stato inferto al cuore dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale subito dopo l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto Massimo Cioffi. Esce così di scena l’ormai ex direttore generale in merito ad una spinosa vicenda giudiziaria: “La decisione – precisa Cioffi – è motivata dalla volontà di assicurare la dovuta libertà di azione all’Istituto ed a me”.
L’Inps alza la barriera della difesa querelando anche ‘Libero’ il quotidiano che, lo scorso 27 dicembre, aveva denunciato per primo il possibile conflitto d’interessi del manager chiamato dal ‘renzianissimo’ presidente Tito Boeri a mettere ordine nella “nuova” Inps.
L’Istituto – si legge nella nota dell’Inps – mai interpellato in sede di redazione degli articoli, ha smentito categoricamente la tesi del quotidiano secondo cui, dall’insediamento della nuova gestione, ci sarebbe stato un rallentamento dell’attività di accertamento. Al contrario l’Istituto ha agito in questo periodo con ancora maggiore celerità e trasparenza, portando avanti dal marzo 2015, dunque successivamente all’insediamento dei nuovi vertici, ulteriori accertamenti ispettivi nei confronti di tutte le 12 società del gruppo Enel in Italia. Tali accertamenti si sono conclusi con contestazioni di rilevanti addebiti contributivi il 15 gennaio 2016“.

La sospensione del direttore centrale della Vigilanza, terminata il 18 gennaio 2016 – precisa l’Istituto – non è in alcun modo collegata a questi eventi, come sostenuto da Libero. Cioffi è indagato per un’evasione fiscale ai danni dello stesso ente previdenziale che sarebbe stata commessa dall’Enel, azienda della quale era direttore del personale. Al contrario, è intervenuta a seguito di gravi violazioni disciplinari compiute durante il suo precedente incarico di direttore regionale. La sanzione disciplinare non è stata peraltro sospesa dal tribunale al quale ha fatto ricorso il dirigente“.
Da evidenziare l’ultimo interessante passaggio della nota diffusa dall’Inps: “Il direttore generale ha disposto scrupolosamente che qualsiasi informazione riguardante i procedimenti Enel non fosse portata a sua conoscenza, bensì a quella del presidente. Ciononostante il quotidiano (Libero ndr) ha proseguito nell’azione diffamatoria nei confronti dell’istituto e del suo direttore generale con ulteriori articoli, senza peraltro pubblicare la successiva smentita inviata alla redazione dall’Istituto. Nonostante il dott. Cioffi sia stato sempre estraneo agli sviluppi della vicenda l’Inps rispetta la sua decisione di sospendersi volontariamente dall’incarico di direttore generale, scelta che gli consentirà una più libera e forte difesa per respingere le accuse infamanti di cui è oggetto“.

LE INDAGINI
A indagare sulla vicenda è la Procura di Nocera, che sta cercando di fare luce sull’esodo incentivato di 15 mila dipendenti del colosso elettrico andati in scena tra il 2006 e il 2014, in un arco di tempo nel quale Cioffi aveva la delega alle risorse umane. Il sospetto degli inquirenti è che ci siano state evasioni contributive per circa 40 milioni e che Cioffi, una volta approdato all’Inps, abbia cercato di insabbiare il caso. L’ipotesi di reato, in questo caso, potrebbe essere quella dell’abuso d’ufficio. Cioffi, ai tempi dell’Enel, aveva inserito negli accordi per lo scivolo dei lavoratori anche le mensilità aggiuntive e il trattamento di fine rapporto, evitando così il pagamento dei contributi dovuti. Il manager ha abbandonato l’Enel nell’estate del 2014 ed è atterrato sulla prestigiosa poltrona pubblica il 27 febbraio dell’anno scorso. E all’Inps si sarebbe trovato sulla scrivania, tra le varie pratiche che scottano, proprio una segnalazione della Guardia di Finanza che gli deve aver creato più di un imbarazzo. E qui la vicenda diventa parecchio velenosa, perché l’ex capo della vigilanza di Inps, anch’egli sotto inchiesta, accusa Cioffi di aver affossato il dossier Enel.