“Le acciaierie non avranno più un futuro in Italia senza l’Ilva. Per questo motivo l’Ugl Metalmeccanici chiede a gran voce che venga istituito un tavolo nazionale e si apra seriamente un confronto sulla vertenza”.
Questo il commento di Antonio Spera, segretario generale Ugl Metalmeccanici, al termine di una intensa mattinata vissuta a Taranto: prima con il corteo lungo le vie della città – proprio nella giornata in cui scade il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse all’acquisto del Gruppo – poi l’incontro con il Prefetto, Umberto Guidato, al quale i sindacati insieme al Presidente Michele Emiliano e agli amministratori comunali dei paesi limitrofi, hanno espresso tutta la preoccupazione in merito al futuro dell’Ilva, dei suoi lavoratori e dei cittadini vittime dello spettro della recessione e dell’inquinamento.
La consegna di un documento congiunto al numero uno della Prefettura di Taranto raccoglie in sintesi i dubbi “sul bando di vendita dell’azienda, sulle problematiche legate ai processi di bonifica interni ed esterni alla fabbrica e sul mantenimento dei livelli occupazionali”.
“Perché – precisa Spera – per noi conta la tutela dei lavoratori e della salute: occupazione e rispetto ambientale sono due punti imprescindibili”.
Spera, per quanto riguarda, invece, il piano industriale?
“Non si può parlare di piano industriale se prima non chiudiamo definitivamente il capitolo dedicato alle manifestazioni di interesse e all’acquisizione del gruppo. Ribadiamo che persona o cordata che sia, l’importante è che gestisca con trasparenza, serietà e rispetto il futuro dell’azienda e che venga assolutamente scongiurato il metodo ‘spezzatino’ e la divisione dei vari stabilimenti. L’Ilva è l’unica voce italiana che parla ancora di ‘acciaio’. Non vogliamo che la sua storia venga interrotta così. Per questo motivo chiediamo al Governo di seguire concretamente la vertenza coinvolgendo la Regione Puglia, le parti sociali e tutti coloro che, come Istituzioni, vivono le difficoltà di questo territorio”.
Il dramma dell’Ilva, come l’Ugl ha ribadito più volte, è legato anche all’indotto…
“Sono 25mila i lavoratori coinvolti nella vertenza Ilva e, dell’indotto sono circa 400 che già dal mese di aprile rischiano di non avere più un sostegno economico, visto che sono finite le risorse a disposizione per gli ammortizzatori sociali. Ecco il dramma che vive questa gente e che abbiamo fatto presente al Presidente Emiliano. Dobbiamo tutelare i lavoratori, il lavoro e Taranto. Il sindacato insieme al territorio tutto seguirà la vicenda e sosterrà i lavoratori e le loro famiglie”.