Tante bandiere e numerosi striscioni hanno sfilato oggi per le vie di Taranto. I lavoratori dell’Ilva, in corteo, hanno voluto chiedere “chiarezza” e “certezza” sulla cessione del gruppo siderurgico prevista entro fine giugno.
Una manifestazione, quella organizzata da tutti i sindacati e al quale ha preso parte anche Confindustria Taranto e la Regione Puglia, culminata in un presidio sotto il palazzo della Prefettura. Proprio in questa sede si è poi svolto l’incontro con istituzioni locali e sindacati per discutere delle rivendicazioni dei lavoratori in concomitanza con la scadenza delle manifestazioni di interesse per la cessione del Siderurgico. Sinora, infatti, hanno reso nota la presentazione della propria manifestazione di interesse il gruppo siderurgico Marcegaglia e la Cassa Depositi e Prestiti. Entro giugno prossimo, dice la legge, andrà individuato il nuovo soggetto gestore dell’Ilva.
A Taranto, a guidare una nutrita delegazione dell’Ugl, erano presenti i segretari confederali dell’Ugl, Giuseppe Carenza ed Ermenegildo Rossi, e il segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera. “Siamo qui – hanno ribadito – per chiedere certezze sullo stabilimento Ilva”.
“Questa – hanno aggiunto i sindacalisti – è una battaglia comune ed è importante la presenza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al fianco dei lavoratori per ottenere finalmente un concreto piano di rilancio, che sappia coniugare la tutela dell’occupazione con quella dell’ambiente assicurando un futuro ai 25mila lavoratori, diretti e dell’indotto, di un polo industriale di primaria importanza per il territorio e per il comparto siderurgico”.
Durante l’incontro con il prefetto, le parti siciali e le istituzioni localiimage2-1 hanno firmato un documento congiunto in cui hanno evidenziato “la forte preoccupazione dei dipendenti dell’Ilva di Taranto e di tutti coloro che operano presso le aziende dell’indotto in riferimento alla mancanza di certezze sul futuro dello stabilimento”. “Nello specifico – si legge nel documento -, rivelano le insidie che si celano nel bando di vendita che senza alcuna oggettiva garanzia, sia per le modalità produttive che per il rispetto dei vincoli posti dalla normativa specifica, rimette alla ipotetica nuova compagine societaria il compito di ridefinire il primo e di rimodulare il secondo. Sottolineano, poi, come la crisi persistente di liquidità ha di fatto rallentato gli interventi di manutenzioni ordinaria e straordinaria degli impianti aggravando ulteriormente le condizioni all’interno dello stabilimento”.
Nel documento si sottolinea inoltre “la problematica connesse ai processi di bonifica interni ed esterni alla fabbrica” e quella legata “al mantenimento dei livelli occupazionali dei lavoratori del bacino industriale, già pesantemente toccati dal ripetuto ricorso ai contratti di solidarietà e dalle altre misure di welfare”. Si tiene presente inoltre come “lo stato economico ed occupazionale dell’intera provincia continui a versare in uno stato di forte criticità”, ribadendo dunque che “la centralità della siderurgia e, in essa, la strategia dell’Ilva di Taranto va rimessa la centro delle politiche di sviluppo del paese per restituire una prospettiva di crescita reale e un idea di futuro”.image4
“Questo è un momento decisivo” e le parti “auspicano che siano messe in campo tutte quelle azione che possano tornare a rendere competitivo uno stabilimento che senza ombra di dubbio dovrà essere trasformato, innovato, reso compatibile con le esigenze del territorio e in grado di generare nuova ricchezza per il paese”.
“Per questo – è scritto in conclusione nel documento – riteniamo non più rinviabile l’avvio di una fase di confronto stabile e durevole con il governo al fine di valutare con puntualità gli interventi da effettuare con caratteri di immediatezza” chiedendo di informare “la Presidenza del Consiglio della situazione che si è determinata proponendo un incontro urgente”.

 

Leggi le interviste ai segretari confederali dell’Ugl, Giuseppe Carenza ed Ermenegildo Rossi, e al segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera.