di Caterina Mangia

Oggi è il Giorno del ricordo degli oltre 10mila italiani che, tra il 1943 e il 1947, sono morti nelle foibe a causa di una spietata opera di pulizia etnica voluta dagli uomini del maresciallo Tito in Istria, Dalmazia e Trieste; è il giorno del ricordo delle tante vittime dei campi di prigionia jugoslavi, cedute sotto il peso di estenuanti marce di trasferimento; è il giorno della memoria degli oltre 300mila profughi italiani costretti a fuggire dalle loro terre, a lasciare le loro case a causa della feroce politica espansionistica titoista.
Si tratta di italiani il cui ingiusto destino è stato per troppo tempo avvolto da un silenzio colpevole: è passato quasi mezzo secolo prima che il Parlamento italiano, nel 2004, decidesse di dedicare la giornata di oggi al “ricordo delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata”; una vicenda scomoda da affrontare durante la Guerra Fredda e per l’Italia antifascista del dopoguerra, che è stata per troppo tempo sminuita o addirittura negata, in una sorta di rimozione collettiva.
Come recita una canzone uscita dalla penna del giornalista polacco Jan Bernas e del cantautore Simone Cristicchi, si tratta di “italiani dimenticati in qualche angolo della memoria, come una pagina strappata dal grande libro della storia…”.
“La nostra identità di Paese democratico ed europeo non poteva accettare che pagine importanti delle sua storia fossero strappate, lasciando i nostri concittadini del ‘confine orientale’ in una sorta di abbandono morale”, ha detto oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aggiungendo che “ristabilire la verità storica e coltivare la memor

Una delegazione dell'Ugl in piazza Dalmazia per rendere omaggio alle vittime delle foibe

Una delegazione dell’Ugl in piazza Dalmazia per rendere omaggio alle vittime delle foibe

ia sono frutto di un’opera tenace e preziosa, che le associazioni degli esuli e le comunità giuliano-dalmate e istriane hanno contribuito a realizzare”.
Una delegazione dell’Ugl guidata dal segretario generale, Francesco Paolo Capone, oggi si è recata in piazza Dalmazia, a Roma per “non dimenticare la storia, le vittime e il dolore” e ha posato una corona di fiori sul monumento in ricordo di ha subito le foibe.
“Ricordiamo sempre le vittime delle foibe e i nostri fratelli e sorelle che furono costretti a lasciare la loro terra”, ha affermato il premier Matteo Renzi, mentre il Presidente del Senato Pietro Grasso ha dichiarato che “con l’istituzione da parte del Parlamento italiano del giorno del ricordo “si è rotto quel velo di silenzio che aveva sino ad allora avvolto la tragedia degli infoibati e dell’esodo italiano dalle terre cedute alla Jugoslavia”.
Per la deputata Renata Polverini (Fi), la vicenda delle foibe è “una pagina drammatica, che non possiamo e non dobbiamo dimenticare”: “i martiri e le sofferenze provate dagli italiani costretti all’esodo – ha aggiunto -, rappresentano ancora una macchia indelebile. Ricordare quanto accaduto è doveroso non solo nei confronti delle tante famiglie che hanno perso i propri cari, ma necessario per le nuove generazioni perché solo conoscendo il nostro passato possiamo costruire un futuro migliore”.
In un intervento sul Messaggero, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha lanciato un messaggio di positività: “a oltre dieci anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo paiono lontane le strumentalizzazioni, lacerazioni, rimozioni e aggressioni del Dopoguerra – in alcuni casi di una crudeltà oggi difficilmente immaginabile – e assai accresciuta la disponibilità della comunità nazionale a considerare questa vicenda un patrimonio costitutivo della nostra identità”.