di Caterina Mangia

Un lunedì e un martedì neri per le piazze finanziarie, caratterizzate dal panico che da ieri ha coinvolto i mercati del Vecchio Continente, dell’Asia e degli Usa in una sorta di tempesta perfetta. In Europa nella giornata di ieri sono stati bruciati 109 miliardi e la seduta di Milano si è chiusa con un tonfo del -4,8 per cento – un ribasso secondo soltanto a quello di Atene, che ha registrato un -7,8 per cento -; anche oggi Piazza Affari affronta una preoccupante altalena degli indici.
Anche lo spread torna a livelli allarmanti: ieri è salito oltre ai 140 punti base, oggi registra un differenziale di 153 punti.
La congiuntura allarmante è dovuta a un mix di fattori, tra cui la frenata delle economie dei Paesi emergenti e il prezzo del petrolio, ma il tema cruciale riguarda l’eccessivo debito: questione che coinvolge da vicino un Paese chBanchee, come l’Italia, che ha una zavorra da 2.200 miliardi.
“C’è troppo debito nel mondo, troppo debito privato e troppo debito pubblico”, ha detto oggi il direttore esecutivo del Fmi Carlo Cottarelli, aggiungendo che “questa situazione di debolezza crea in generale una bassa crescita e quando c’è bassa crescita i mercati finanziari si preoccupano: tutti questi su e giù sono dovuti ad un estremo nervosismo che potrà anche essere ingiustificato rispetto a quello che succede nell’immediato ma che, secondo me è legato a queste debolezze strutturali”.
Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, si è mostrato ottimista: “il calo atteso del debito pubblico in Italia quest’anno segnerà una svolta per la terza più grande economia della zona euro, cambiando lo scetticismo dei mercati finanziari sul Paese”. “Data la crescita reale e forse dato un po’ più di inflazione, che è fuori dal nostro controllo – ha aggiunto -, naturalmente, vedremo la dinamica del debito accelerare verso il basso”.
Nonostante la fiducia mostrata dal titolare del Dicastero, la situazione non sembra così rosea: in una nota ai clienti riportata dall’agenzia Bloomberg, l’analista di Goldman Sachs Charles Himmelberg ha evidenziato che “i rischi sistemici per i mercati sono in aumento”, aggiungendo che “i timori sono particolarmente acuti per il sistema bancario italiano”.