di Caterina Mangia

La politica fa fronte comune contro lo smog.
Dopo un prolungato periodo di alta pressione che ha regalato agli italiani molte giornate di bel tempo, ma anche una concentrazione micidiale di polveri sottili, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti oggi incontrerà governatori e sindaci dei grandi centri urbani per concordare misure per il miglioramento della qualità dell’aria.
E’ vero infatti che gli alti valori delle Pm10 sono dovuti a condizioni metereologiche “atipiche”, ma è altrettanto vero che le istituzioni dovrebbero far fronte a questa sorta di situazioni, anche – e non solo – attraverso un adeguato dialogo con il mondo della ricerca.
La politica deve mettere in campo azioni per ridurre l’inquinamento e tutelare la salute pubblica: l’auspicio è che si pensi a un cambiamento strutturale, coordinato e a lungo termine, che parta dal miglioramento della mobilità urbana ed extraurbana senza limitarsi ad essa. Inquinamento
In seguito al flop dei tre giorni di stop al traffico di Milano e delle restrizioni ai veicoli inquinanti a Roma, che non hanno prodotto risultati efficaci – le centraline di Milano e Roma ieri hanno mostrato addirittura aumenti o stabilità delle polveri sottili Pm10! – è evidente ormai che non sono le auto l’unico nemico da combattere.
“Siamo passati da piove governo ladro a non piove governo killer”, ha detto ieri il premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno, anticipando anche le linee guida anti-smog che il governo intende mettere in campo per evitare le voci critiche e i vari “io l’avevo detto” che da più parti si sollevano.

Il Presidente del Consiglio ha fissato l’obiettivo, “nell’arco di un paio di anni”, di passare da 2.000 centraline di ricarica elettrica a 20.000, di rinnovare il parco autobus e di efficientare le case popolari: “gli sforamenti del Pm10 – ha aggiunto – derivano da molteplici cause, il traffico è una concausa”.
Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni, ha fatto sapere che nel corso del vertice di oggi presenterà proposte su diversi punti: un rinnovamento del parco dei mezzi pubblici e incentivi anche per quelli privati, un piano per l’efficienza energetica degli edifici e la sostituzione dei sistemi di riscaldamento anche dei privati, investimenti sulla mobilità e stop ai dati che creano allarmismo.
Spinge sul capitolo risorse il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, che nel corso del vertice chiederà di dare attuazione all’accordo di programma per la qualità dell’aria nel bacino padano “con il coordinamento dei vari livelli istituzionali”, chiedendo di concentrare “un miliardo di euro per i prossimi cinque anni” per potenziare il trasporto pubblico locale. E, infine, “200 milioni di euro all’anno” per il lustro a venire per incentivi che consentano alla Lombardia di vietare in tutto il territorio regionale la circolazione di veicoli euro 0 benzina e diesel euro 1,2 e 3.
Alla sola Lombardia, dunque, secondo il governatore serve ben altra cifra rispetto ai 155 milioni previsti nella Legge di Stabilità per il rinnovo del parco macchine del Tpl, o ai risicati 40 milioni che il governo vorrebbe mettere a disposizione degli enti locali per la mobilità sostenibile.
Dati alla mano, in effetti, il fatto che 7 persone su 10 in Italia vadano a lavoro in auto (Istat), e che Roma sia l’ultima tra le capitali europee in tema di mobilità sostenibile, con 40 giorni di chiusura della metro nel 2015 (Legambiente) fanno riflettere: molto è ancora da fare.
Nel frattempo – per fortuna -, è il meteo a venirci in soccorso: con l’anno nuovo, secondo le previsioni, arriveranno le prime piogge e nevi ad attenuare lo smog nell’aria.