di Caterina Mangia

La rabbia dei risparmiatori esplode.
Oltre 200 persone, il cui futuro è stato messo gravemente a rischio dal decreto salva-banche, questa mattina si sono date appuntamento a via Nazionale; l’obiettivo, chiedere il rimborso integrale di ciò che è stato perso e le dimissioni del governatore Ignazio Visco.
Solo un piccolo gruppo di persone protesta di fronte a Palazzo Koch – la Questura ha negato l’autorizzazione -: il grosso della manifestazManifestazione Bankitalia 167ione si tiene un centinaio di metri più avanti, di fronte al Palazzo delle esposizioni.
“Siamo qui – spiega Roberta, risparmiatrice di Banca Etruria – per protestare contro un super garante come Banca d’Italia che dovrebbe vigilare sull’operato delle banche ma non ha fatto il proprio dovere”.

(Vedi il video dell’intervista della Meta Sociale a due risparmiatori di Banca Etruria)

“E’ morta la fiducia nello stato”, recitano alcuni manifesti a mo’ di cartello funebre appesi ai cancelli di Palazzo Koch; ancora, “Lo stato assassina la democrazia”, “Il risparmio ucciso dal terrorismo finanziario” e “Renzopoly, a Natale giochiamo insieme”.
Il sentimento comune è quello aver subito uno spietato e iniquo abbandono da parte delle istituzioni: “Voi organi incapaci, noi truffati da tutti”, è la scritta che si legge sul buffo cappello di un risparmiatore; “ho perso 30mila euro, mia figlia 40 mila” – spiega l’uomo ai microfoni -: “sono soltanto un pensionato e, anche se mi vergogno a dirlo, un ex bancario. Il direttore ha rassicurato me e mia moglie dicendo che avrei ripreso sicuramente i miei soldi e che il capitale era garantito”.  Cappello
“Paghi Bankitalia, paghi chi ha sbagliato”, “Renzi, Visco, Draghi, siete tutti ladri”, gli slogan che vengono scanditi.
Tra i manifestanti del corteo, sostenuto da Federconsumatori-Adusbef, Comitato Vittime Salva Banche e M5S, si notano bandiere del Codacons e striscioni di ex lavoratori che hanno subito il crac della Deiulemar.
La piazza non è stato l’unico mezzo utilizzato dai consumatori e dal Comitato, che hanno anche inviato una lettera al Santo Padre: “confidiamo in Lei caro Papa Francesco – si legge nella missiva -, per aiutarci a far comprendere a governanti sordi e ciechi, a tecnocrati, cleptocrati europei di Troika e Bce che stanno portando il mondo verso la catastrofe, che non può essere il paradigma dell’arbitrato affidato a foglie di fico a restituirci la dignità, ma il risarcimento integrale dei nostri beni espropriati”.
Nell’appello è contenuto un riferimento al “tragico suicidio di Luigino”, il pensionato che si è tolto la vita dopo aver perso i suoi risparmi nel fallimento di banca Etruria, e una richiesta di udienza al Papa “per rappresentare le nostre sofferenze dopo che sono stati cancellati, con un colpo di penna, sacrifici di intere generazioni a 130.000 famiglie di Banca Marche, Popolare Etruria, CariChieti, Cari Ferrara”.
Il salvataggio ad ogni costo delle banche, si legge, “riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”.