Sciopero dei medici domani, 16 dicembre, contro il mancato rinnovo del contratto nazionale, la drastica e progressiva riduzione della spesa sanitaria, gli attacchi denigratori alla categoria e l’espulsione dei professionisti dai principali processi decisionali. Una protesta che interesserà oltre 200mila camici bianchi: garantite le urgenze, si stimano 2 mln di prestazioni tra visite ed esami e fino a 40mila interventi chirurgici a rischio cancellazione.

Daniela Ballico, segretario nazionale Ugl Sanità e Ugl Medici

Daniela Ballico, segretario nazionale Ugl Sanità e Ugl Medici

Una protesta, quella dei medici, decisa come extrema ratio contro l’assenza di interventi concreti a tutela del Sistema sanitario nazionale. Come osserva Daniela Ballico, segretario nazionale dell’Ugl Sanità e dell’Ugl Medici, “sono del tutto condivisibili le preoccupazioni per la deriva a cui si sta portando la sanità pubblica, con politiche orientate esclusivamente a fare cassa e provvedimenti che mortificano i ruoli professionali, nonché con strategie che eludono le direttive europee in materia di orari di lavoro e di riposo. Ci facciamo portavoce delle apprensioni di una categoria che negli ultimi anni ha visto progressivamente tagliare le risorse, bloccare il turn-over e limitare fortemente le proprie competenze organizzative e gestionali”.
Per la sindacalista “è ora che il Governo e il ministero della Salute affrontino le tante questioni lasciate per troppo tempo in sospeso e per le quali non sono più sufficienti provvedimenti ‘tampone’ o contentini, come quelli utilizzati finora e come quelli a cui, ancora oggi, si sta pensando di ricorrere”.
Intanto, continua ad essere scarsa la chiarezza sui contenuti della Legge di Stabilità: dopo l’allarme sulla cancellazione dell’emendamento per l’assunzione di 6.000 tra medici e infermieri del Servizio sanitario nazionale a causa dello stop alle norme che avrebbero dovuto fornire i fondi necessari, il deputato del Pd e relatore del Ddl sulla responsabilità professionale del personale sanitario, Federico Gelli, ha affermato che “si sta riformulando l’emendamento che riguarda le assunzioni, per garantire la possibilità che per l’inizio dell’anno le Regioni possano avviare la campagna di assunzioni” necessarie dopo le nuove normative sull’orario di lavoro dei medici, mediante un anticipo dei fondi da parte dell’Esecutivo.
Proprio sull’entrata in vigore dei nuovi orari di lavoro e di riposo l’Ugl Sanità e l’Ugl Medici avevano sollevato timori: “in molte strutture – ha affermato Ballico – sarà difficile riuscire ad assicurare le prestazioni assistenziali finora garantite. E tutto questo perché, dal 2003 ad oggi, si è preferito escogitare tutte le ‘strategie’ possibili per aggirare la normativa europea anziché affrontare una volta per tutte le principali problematiche del comparto, come il blocco del turnover e il precariato”.
Questi timori sono già una triste realtà in molti contesti: per fare solo un esempio, come ha denunciato Rosa Roccatani, segretario provinciale dell’Ugl Sanità di Frosinone, “alla Asl di Frosinone i disagi per i pazienti sono in continuo aumento: non solo i degenti sono costretti a sostare sulle barelle del pronto soccorso perché non ci sono posti disponibili nei reparti, ma le sale operatorie hanno rallentato molto i loro ritmi a causa della carenza di personale e così per le fratture di femore occorre attendere anche diversi mesi prima dell’intervento”.
“Le barelle con i pazienti in attesa di interventi chirurgici – spiega – vengono solo spostate da un corridoio all’altro perché

Reparto ospedaliero

Reparto ospedaliero

sembra un’impresa impossibile trovare loro una sistemazione più dignitosa nei reparti e, purtroppo, non si tratta di soluzioni temporanee, perché alcuni trascorrono nei corridoi anche diversi giorni. Tutto ciò, soprattutto per gli over 65, comporta naturalmente ulteriori problematiche per la successiva riabilitazione. Inoltre, – continua la sindacalista – mentre per il personale del comparto le ferie in questo periodo sono state bloccate, proprio per far fronte a questa situazione emergenziale, la stessa regola sembra non valere per dirigenti e primari, già pronti a partire per le vacanze e a rientrare addirittura dopo le feste”.
Come evidenzia il segretario nazionale Ballico, “nonostante le nostre continue richieste di intervento, si è preferito sottoporre il personale a turni massacranti piuttosto che adeguare le dotazioni organiche alle effettive necessità, specie nell’area della emergenza-urgenza dove la lucidità e la prontezza sono condizioni indispensabili per garantire la sicurezza delle cure e ridurre il rischio clinico”. “Esigiamo, – conclude la sindacalista – che il Governo la smetta di tergiversare e compia tutte le azioni necessarie a garantire la salute, la sicurezza e l’integrità psicofisica del personale medico ed infermieristico, come disposto dalla direttiva europea, e il diritto alla salute dei cittadini, come previsto dall’articolo 32 della Costituzione”. Con queste richieste, dunque, domani 200mila camici bianchi saranno in sciopero in tutta Italia.