Ugl: “Oltre un milione e mezzo di disoccupati di lunga durata sono oggi lasciati al loro destino, spesso senza sostegno al reddito e in assenza di politiche attive efficaci. Il percorso è quindi ancora molto lungo”

Secondo i dati diffusi dall’Istat, in merito alla produzione industriale, si riscontrano lievi miglioramenti rispetto al mese di settembre. L’Istituto, infatti, rileva aumenti dello 0,5 per cento rispetto a settembre e del 2,9 per cento rispetto a ottobre 2014.
Nello specifico a ottobre 2015 l’indice è aumentato in termini tendenziali del 2,9 per cento (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 23 di ottobre 2014). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è aumentata dell’1,1 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Per quanto riguarda i settori di attività economica, a ottobre 2015, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (23,9 per cento), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (15,9 per cento) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (15,8 per cento).
Si registra, invece, un calo nei seguenti settori: attività estrattiva (-7,8 per cento), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,6 per cento), industrie alimentari, bevande e tabacco (-1,4 per cento).

Per l’Unione Generale del Lavoro “l’auspicio è che l’economia stia ripartendo e, con essa, inizi la riduzione dell’insostenibile numero di disoccupati, ma non possiamo commettere l’errore di guardare alla realtà con la prospettiva di una persona miope, focalizzandoci sull’immediato e perdendo di vista il punto di partenza”.
Così il segretario confederale dell’Ugl, Fiovo Bitti aggiungendo che “nel 2015 la produzione industriale ha segnato infatti ben quattro variazioni negative su dieci e, soprattutto, è ancora sette punti sotto il livello del 2010. Oltre un milione e mezzo di disoccupati di lunga durata sono oggi lasciati al loro destino, spesso senza sostegno al reddito e in assenza di politiche attive efficaci. Il percorso è quindi ancora molto lungo”.