Tour Eiffel

di Caterina Mangia

Parigi sotto choc, è stato di emergenza.
Il 13 novembre è una data che la Francia, l’Europa, il mondo non dimenticherà.
Ieri per la capitale francese è stata una giornata di orrore senza precedenti, che ha colpito luoghi insospettabili, centri di divertimento e vita quotidiana: una partita di calcio, una concerto rock, bar e ristoranti. Alcuni terroristi, al grido di “Allah è grande”, hanno seminato il panico e ucciso centinaia di persone  in cinque zone diverse della Ville Lumière. Le azioni armate sono state rivendicate dall’Isis.
Drammatico il bilancio del venerdì nero della Francia: almeno 128 i morti, cifra purtroppo destinata a salire, e più di 250 i feriti.
Il terrore è iniziato intorno alle 21.20, quando tre kamikaze si sono fatti esplodere – provocando la morte di tre persone – a Saint-Denis, vicino allo Stade de France, dove era in corso l’amichevole Francia-Germania: la prima vittima del venerdì nero della Francia è stato Manuel Diaz, 63 anni. Evacuato prontamente il Presidente Francois Hollande, che stava assistendo alla partita.
In seguito, alcuni terroristi hanno fatto decine di morti sparando sulla folla: 18 nel locale “La Belle équipe” di rue de Charonne, 12 tra il bar “Le Carillon” e il ristorante “Le Petit Cambodge”. Si sono registrate sparatorie anche sulla terrazza della pizzeria “La Casa Nostra” a rue de la Fontaine au Roi e in boulevard Voltaire.
Il vero massacro è iniziato quando i kamikaze sono entrati nella sala concerti Bataclan, nell’XI arrondissement, poco lontano dalla redazione di Charlie Hebdo, dove si è consumata la strage dello scorso 7 gennaio: 89 persone hanno perso la vita dopo che cinque kamikaze hanno fatto irruzione nella sala e, inneggiando ad Allah e aggiungendo frasi sulla Siria, hanno aperto il fuoco sul pubblico, decimando i presenti e facendo cento ostaggi. “Ci stanno uccidendo uno a uno”, i messaggi disperati diffusi sui social network da chi è rimasto intrappolato nel locale.
Poco prima delle 00.30 le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nel locale per un blitz durato circa mezz’ora: quattro terroristi sono saltati in aria azionando la cintura esplosiva e il quinto ha scelto la stessa sorte poco lontano dal Bataclan, sul boulevard Voltaire.
Tra i dispersi degli attacchi anche un’italiana: Valeria Solesin, veneziana di 28 anni,
dottoranda in Demografia alla Sorbonne, che stava assistendo al concerto al Bataclan.
All’alba del giorno dopo la Francia, per la seconda volta nel mirino del jihadismo in meno di un anno, non è più la stessa: ieri Francois Hollande ha decretato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale. E’ stata inoltre dichiarata la chiusura dei confini nazionali, poi rientrata: si è precisato che le frontiere resteranno aperte, ma i controlli saranno intensificati.
Oggi le parole del presidente francese, che ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale, sono cadute come pietre: parlando di fronte al Bataclan, ha annunciato una lotta “spietata” contro i terroristi.
“Siamo in guerra”, il lapidario commento del premier francese Manuel Valls, sarà lunga e difficile. E per questo dico che dobbiamo attenderci altri attacchi, ma risponderemo colpo su colpo per distruggere l’Isis”.
Immediate le dichiarazioni di solidarietà alla Francia da parte di tutti i Paesi, a partire dal nostro: il premier Matteo Renzi ha dichiarato che “l’Italia piange le vittime di Parigi e si unisce al dolore dei fratelli francesi. L’Europa colpita al cuore saprà reagire alla barbarie”.
Le parole di Angela Merkel: “noi, gli amici tedeschi, vi sentiamo così vicini. Noi piangiamo con voi. E combatteremo insieme la battaglia contro coloro che vi hanno fatto quel che non si può concepire”.
In un telegramma a Hollande, il presidente russo Vladimir Putin ha scritto che “l’intera comunità internazionale dovrebbe unire i propri sforzi per combattere efficacemente il terrorismo”, mentre per il presidente Usa, Barack Obama, “quelli che pensano di poter terrorizzare i francesi o i valori che condividono, sbagliano”.
Nonostante l’incremento delle misure precauzionali antiterrorismo, dopo la giornata nera della Francia il senso di sicurezza dei cittadini europei è e resterà, purtroppo, gravemente segnato.