Il Governo Renzi ha pubblicato sul sito web della Presidenza del Consiglio le linee guida del suo Masterplan per il Sud, a distanza di tre mesi dalle anticipazioni del rapporto Svimez sul Mezzogiorno.
A un primissimo sguardo le cifre tirate in ballo – 95 miliardi di euro fino al 2023! -, sembrano importanti, ma la realtà dei fatti è più che deludente: le risorse stanziate non sono altro che quelle già previste dai Fondi strutturali europei e da quelli di cofinanziamento regionale. In poche parole la sostanza del tanto annunciato Masterplan si riduce al mero impegno, da parte del Governo, a elaborare – peraltro con 18 mesi di ritardo – la programmazione dei Fondi Europei, senza tenere in conto la gestione delle spese ordinarie: come ormai d’abitudine, sotto le fanfare degli annunci di questo Esecutivo si nascondono ben pochi fatti.
Il problema del mancato utilizzo e della cattiva gestione delle risorse comunitarie è soltanto uno dei punti che stiamo affrontando come Ugl con il ciclo di convegni “Sudact – Nove proposte per il Mezzogiorno”. Abbiamo avviato un dibattito su una piattaforma su cui vorremmo un confronto con il Governo, contenente proposte dettagliate su temi impellenti quali il binomio ambiente-sviluppo, le infrastrutture, la valorizzazione del patrimonio storico-artistico, la questione energetica e la Green Economy; il rilancio dell’occupazione, il Welfare, la Sanità e l’acqua, il potenziamento della filiera agroalimentare, e la gestione del fenomeno migratorio.

Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Si tratta di un progetto di sviluppo integrato, che indica su quali settori, su quali piani pluriennali di sviluppo e su quali risorse scommettere: 250 mila posti di lavoro, ad esempio, si possono creare puntando sull’ambiente e sullo sviluppo ecocompatibile, altri 200mila con il turismo e la cultura.
A mio avviso il Masterplan, oltre a una vaga quanto approssimativa citazione dei problemi in cui versa il Mezzogiorno, manca dell’impostazione che chiediamo insistentemente all’Esecutivo. Si devono individuare le priorità strategiche per lo sviluppo del Sud del Paese, compiere scelte univoche e ben definite, nonché mettere in campo conseguenti politiche industriali, energetiche, ambientali, agricole, di Welfare e di valorizzazione del territorio. Solo così si potrà ridare slancio all’occupazione, che al Sud registra numeri drammatici, e rimettere in moto quella parte d’Italia il cui ritardato sviluppo ci allontana pericolosamente dalle medie dei più avanzati Paesi d’Europa.
Siamo pronti a confrontarci con il governo sul Masterplan e sulle questioni meridionali ancora aperte, ma chiederemo a gran voce di arrivare a condividere una visione d’insieme sul futuro del Mezzogiorno. Con i 15 Patti per il Sud che il Governo intende mettere in campo, l’intenzione dell’esecutivo sembra invece andare per il verso opposto, ovvero in direzione di una pericolosa frammentazione. Non vorremmo che la genericità del Masterplan e l’assenza di un approccio di sistema possa portare paradossalmente a fare del Sud un territorio a 15 velocità, o, ancora peggio, rappresentare l’ennesima occasione mancata per il rilancio di un territorio che ha potenzialità straordinarie e ancora non valorizzate.