“..per chiedere un cambiamento urgente delle politiche di immigrazione e integrazione “..

Dal porto di Palermo al Lido di Venezia, sono state migliaia le persone scese in piazza venerdì 11 settembre per partecipare alla ‘Marcia delle donne e degli uomini scalzi’, organizzata allo scopo di chiedere una cambiamento repentino nelle politiche di immigrazione e integrazione europee e globali, reso ancora più urgente dalla crisi umanitaria in Siria.
Esponenti del mondo associativo, sindacale, politico, intellettuale, ma soprattutto tantissimi semplici cittadini hanno sfilato a piedi nudi in 60 città italiane per richiamare l’attenzione delle istituzioni comunitarie e internazionali sulla necessità di creare con urgenza le condizioni per favorire “certezza di corridoi umanitari sicuri – si legge nell’appello firmato da giornalisti, artisti e intellettuali – per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti; creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino”.
Manifestando il pieno appoggio e l’adesione dell’Ugl all’iniziativa, il presidente del Sei-Ugl, Luciano Lagamba, ha evidenziato come “un meccanismo obbligatorio e permanente tra gli Stati europei di suddivisione delle quote di migranti è una risposta condivisibile ma anche emergenziale, ciò che occorre è creare percorsi alternativi dai Paesi d’origine verso il vecchio Continente per evitare tragedie per le quali l’Europa si scandalizza e si allarma solo adesso”.
“La soluzione deve essere strutturale – ha spiegato Lagamba – partendo da una stretta collaborazione tra Ue e gli Stati di provenienza dei migranti, attraverso la creazione di uffici che possano vagliare e gestire domande di asilo o di lavoro e, conseguentemente, organizzare viaggi sicuri verso le varie destinazioni”.
“E’ anche per questa ragione – conclude il sindacalista – che il Sei-Ugl ha aderito insieme alle altre organizzazioni sindacali alla ‘Marcia delle donne e degli uomini scalzi’. Vogliamo sostenere e dare voce all’esercito di persone costrette a fuggire da drammi come guerre, persecuzioni e povertà, che tuttavia le conducono ad oggi inesorabilmente verso altre gigantesche e inumane difficoltà, tra le quali la schiavitù e la morte”.
Nel manifesto dell’iniziativa, si legge che la Marcia “è l’inizio di un percorso di cambiamento che chiede a tutti gli uomini e le donne del mondo globale di capire che non è in alcun modo accettabile fermare e respingere chi è vittima di ingiustizie militari, religiose o economiche che siano. Non è pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie. Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace. Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le libertà di tutte e tutti. Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze”.
L’11 settembre scalzi e in marcia, dunque, per le strade di 60 città italiane, affinché le istituzioni politiche europee e internazionali comprendano l’urgenza di ridisegnare, insieme, le politiche migratorie in chiave solidale.