Le stime provvisorie dell’Istat sull’occupazione, luglio 2015, mostrano una crescita dello 0,2% (+44 mila). Ma per il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, “l’Italia è spezzata in due” e l’andamento stagionale di segno positivo “non è significativo”.
“Il vero dato saliente – spiega il leader dell’Ugl – è che, a fronte di un Nord che prova, fra mille difficoltà, a ripartire, c’è un Sud assolutamente fermo con un tasso di disoccupazione quasi tre volte superiore a quello del settentrione e il doppio di quello del Centro”.
Ma non basta, perché esiste anche un “secondo elemento di forte preoccupazione: la disoccupazione di lunga durata”. Due problemi, il divario occupazionale tra Sud e Nord, e l’attesa eccessiva verso una nuova occupazione, che per Capone si verificano “senza che il governo fino ad oggi abbia messo in campo risposte efficaci, anzi facendo esattamente il contrario di ciò che realmente occorre al Paese. Il bonus occupazionale, infatti, ha distolto risorse prima destinate al Sud per indirizzarle in larga parte verso le imprese delle regioni del Nord”. Anche contro la disoccupazione di lunga durata “non ci sono strumenti adatti a contrastarla: il Governo si è preoccupato di facilitare i licenziamenti, trascurando completamente la fase altrettanto delicata nella vita di una persona che è quella della ricollocazione nel mondo del lavoro e quindi degli strumenti utili a tale obiettivo, quali le politiche attive”.
Infatti “ancora oggi, – sottolinea Capone – l’Agenzia nazionale per l’occupazione rimane un oggetto misterioso nei contenuti e nei tempi di attuazione. Ormai il Paese è spezzato in due con il Nord che, anche se con fatica, riesce a ripartire e il Sud lasciato totalmente alla deriva non solo per quel che riguarda l’occupazione”.