‘La società del mezzo lavoro’ è il tema scelto dall’Ugl per la conferenza programmatica territoriale realizzata oggi a Perugia. Si tratta della decima tappa dopo quelle di Genova, Pisa, Cagliari, Bari, Salerno, Enna, Venezia, Torino e Milano. Il dibattito si è concentrato sulla ‘vastità’ e gli ostacoli legati al mondo globalizzato.

“I divari si acuiscono – si legge nel documento programmatico –  sia che si tratti del rapporto tra grandi e piccoli imprenditori, che delle differenze di ricchezza tra i pochissimi che all’interno di un Paese sono in grado di utilizzare a proprio vantaggio la liberalizzazione dei mercati ed i moltissimi che invece la subiscono. I primi possono investire ovunque ritengano di realizzare i maggiori profitti. I secondi sono costretti a comprimere fino all’osso il proprio margine di guadagno, se piccoli imprenditori, o il proprio salario, se lavoratori, per resistere alla concorrenza che viene dalle imprese straniere e dai lavoratori di Paesi con basso tenore di vita e scarse, se non assenti, normative sul lavoro”.

Occorre individuare, quindi, normative finalizzate a proteggere le imprese italiane dalla concorrenza straniera e i lavoratori dal pericolo della delocalizzazione dei loro stabilimenti. La protezione di lavoratori e Pmi è lo strumento chiave per attivare politiche in grado di reindustrializzare il Paese e conferire nuova dignità al lavoro.

Ad inaugurare il dibattito, nella Sala della Partecipazione del Consiglio regionale dell’Umbria, è stata Valentina Iori, segretario confederale dell’Ugl  che ha evidenziato l’importanza di questi confronti sul territorio proprio per tastare con mano le esigenze e le problematiche dei lavoratori.

Il segretario confederale Fiovo Bitti ha focalizzato l’attenzione sul costo economico e sociale pagato dall’Italia e dai Paesi del Sud Europa dal 2008 al 2015 a causa delle politiche europee e dei singoli Stati.

Bitti ha poi illustrato i dati relativi al ‘percorso’ economico del Paese confrontando la condizione dei principali Stati europei in termini di pil, retribuzioni, potere d’acquisto, orario di lavoro. Non è mancato un passaggio sui dati relativi alla povertà, fenomeno, purtroppo, sempre più in crescita  A seguire l’intervento di Emanuele Prisco assessore all’Urbanistica, Edilizia privata Sport del Comune di Perugia che, alla luce della rivoluzione epocale in atto, invoca dal palco ad “un cambiamento di mentalità da parte di tutti e il superamento di vecchi schemi, anche da parte del sindacato”.

Per Marco Squarta, Consigliere regionale FdI Umbria, “il cambiamento in atto è inesorabile e va governato. Tutti i lavoratori e anche i professionisti sono costretti oggi a rivedere le proprie competenze, la propria formazione. Ognuno di noi dovrà formarsi costantemente, soprattutto i giovani. E questa è una scommessa che interessa direttamente il sindacato”.

Gianfranco Chiacchieroni capogruppo Pd e presidente II Commissione del Consiglio Regionale dell’Umbria, ha esordito parlando di industria 4.0, dei lavoratori che devono restare al passo con i tempi, informandosi e formandosi, e del ruolo importante che gioca in questo contesto economico ancora precario, il sindacato. Vera forza per i lavoratori e punto di riferimento costante.

Interessante l’intervento di Roberto Perfetti, segretario regionale Ugl Umbria che ha esteso l’invito “a superare limiti e paure soprattutto nella difesa dei diritti che, a causa della crisi, del declino industriale e della globalizzazione, molti ritengono quasi impossibile portare avanti. Importante a tal fine il nuovo corso e il dibattito che il segretario generale dell’Ugl ha voluto organizzare su tutti i territori”.

Enea Palladino, consigliere provinciale di FdI, esprime la sua profonda condivisione per le tesi della Conferenza Programmatica dell’Ugl in particolare per quel che riguarda la necessità da parte della politica di riconquistare il suo primato sull’economia affinché quest’ultima sia mirata all’interesse nazionale. Tesi che, a suo parere, rispecchiano i valori di sempre dell’Ugl, tra i quali la partecipazione. Una terza via che può proiettare l’Italia e il sindacato nel futuro.

Il confronto è stato arricchito anche dalla presenza di rsu che hanno esposto ai presenti le difficoltà che quotidianamente affrontano nei diversi settori.

Massimo Morelli, rsu Ugl Agroalimentare per lo stabilimento Colussi, ha lanciato un appello alle istituzioni affinché prendano posizione sulla situazione “preoccupante della sua  azienda. Pronti ad importante battaglie sindacali pur di avere risposte risolutive per i lavoratori”.

Amerigo Leoni, segretario dell’Ugl Autoferrotranvieri Firenze, racconta l’odissea che i colleghi della sua ex azienda, Ataf, stanno vivendo per la privatizzazione. Ormai, afferma, “si va a lavorare con la paura”, stipendi tagliati, accordi disdetti, corse tagliate, ritardi subiti dall’utenza. “Ma nessuno, a parte l’Ugl, denuncia quello che non va”.

Nel concludere i lavori della Conferenza Programmatica, il segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone, ha evidenziato le ragioni che lo hanno spinto a convocare una lunga serie di confronti sul territorio iniziati nel marzo scorso. “Con il passare dei mesi – ha precisato –  le tesi trattate stanno diventando sempre più di scottante attualità. Certo, è vero, il sindacato non può e non deve restare ancorato ai vecchi schemi ma non può neanche cambiare la sua missione. La tutela dei diritti e dei lavoratori, oggi, si può fare solo tutelando prima di tutto il lavoro. Di fronte ai cambiamenti in atto, non basta consigliare ad una platea di 2 mln di iscritti di formarsi costantemente, non basta e non basterà la formazione ad arginare l’emorragia in atto di posti di lavoro. Serve invece uno scatto in avanti della politica – ha concluso –  attraverso le politiche dei redditi e degli investimenti adeguati a riconvertire realtà industriali che finiranno nel dimenticatoio, per risollevare interi territori che sono ancora a rischio desertificazione occupazionale e sociale”.