Prospettive e Sviluppo nella quarta rivoluzione industriale: relazioni industriali, partecipazione, politiche attive”: è stato questo il tema al centro del convegno organizzato dall’Ugl Chimici a Priverno, Latina, al quale ha partecipato il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone.

Ad aprire i lavori il segretario generale dell’Ugl Chimici, Luigi Ulgiati, che ha evidenziato come Industria 4.0 abbia prodotto criticità oltre che opportunità, e per affrontare entrambe occorre puntare sulla contrattazione e sulla partecipazione “come modello contrattuale e sociale”. In particolare, il sistema chimico farmaceutico del Lazio Meridionale “ha un sistema di relazioni industriali avanzato” ma è evidente “che tale sistema, per mantenere i presupposti di consolidamento e sviluppo, necessita di un rete di imprese dialoganti tra loro e le parti sociali, e di un supporto strutturale del governo regionale, adeguato al nuovo modello di Industria 4.0”. Rispondendo alle sollecitazioni di Ulgiati, l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Lucia Valente, ha affermato che il coraggio dei sindacati ha spesso salvato occupazione, invocando però una maggiore collaborazione tra sindacato e politica.

Carlo Riccini, direttore del Centro Studi Farmindustria, ha invece ‘dato i numeri’ del settore: “un piccolo capolavoro” nonostante la crisi, ha affermato, aggiungendo come ci sia “anche un fattore di qualità delle risorse umane sia dal punto di vista della formazione dei diplomati e dei laureati sia un valore aggiunto per addetto”. “Industria 4.0 è già una realtà da molto tempo nella farmaceutica”.

L’innovazione tecnologica come scenario avveniristico e inquietante per il lavoro è il tema introdotto dal prof. Stefano Di Rosa, direttore del Polo Scientifico Tecnologico Technoscience delle università San Raffaele e Tor Vergata: “Non possiamo pensare di non trovarci al passo con Industria 4.0 e di non mettere i lavoratori al passo con i cambiamenti tecnologici”, ma “in nessuna università si insegnano ancora le materie coinvolte nella rivoluzione Industria 4.0”. Sull’argomento è intervenuto anche Augusto Orsini, direttore di Master dell’Università San Raffaele: “uno studente di ingegneria di oggi non sarà preparato ad affrontare la fabbrica, il lavoro che troverà tra 6 anni”. “I lavori del futuro saranno digitalizzati. Bisognerà rieducare le figure del lavoro – ha evidenziato – per evitare che possano perdere occupazione e questa è sicuramente una funzione, una nuova missione per il sindacato”.

Secondo Pierpaolo Pontecorvo, presidente del comprensorio Aprilia di Unindustria e direttore del Centro Europeo Studi Manageriali, “lo smart working rappresenta una grande opportunità. Una pratica che in molte aziende è già una realtà. Anche il welfare aziendale, la contrattazione decentrata sono opportunità”. Anzi “non sono più solo opportunità ormai ma vere e proprie necessità. Così come sarà necessaria una vera collaborazione tra sindacati e aziende”.

Sul palco del convegno anche le rsu dell’Ugl Chimici Elisabetta Aquilanti, Massimo Cecconi e Marco Colasanti, che hanno parlato dell’ innovazione già presente nelle loro aziende. Ospite d’eccezione lo scrittore Antonio Pennacchi, che ha invitato a non avere paura dell’innovazione: “In ogni istante ci sono miliardi di persone che apportano qualcosa di nuovo al nostro sistema”, e “ci sono i problemi  e anche le soluzioni”.  “Certo che serve la formazione – ha aggiunto – ma non una formazione specifica. Serve sapere chi siamo, da dove veniamo”.

A concludere l’evento, il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone: “Industria 4.0 è la risposta dell’industria ad avere più produttività, ad oggi a vantaggio e  appannaggio di chi ha il capitale, non certo di chi contribuisce a produrre beni e servizi”. “Bisogna vedere se ci sono prospettive e quali sono queste prospettive” e di questo “né il sindacato né la politica si possono disinteressare” perché “oggi i maggiori diritti e le maggiori tutele non si riescono a difendere e questa difficoltà  rischia di portarci tutti ad un balzo all’indietro”. “Non possiamo di certo chiuderci in un castello e impedire che questa innovazione si realizzi,  anche perché ci sono le delocalizzazioni”. Però l’innovazione va governata dalla politica, con investimenti nelle infrastrutture e nella rete informatica: “tutto quello che è nuovo se non viene reso sostenibile non ci porterà da nessuna parte e, senza un benessere diffuso, l’innovazione è  vana. La nostra organizzazione sindacale non vuole alzare barricate, non pensiamo ci debba essere una nuova lotta di classe, ma ci vuole sicuramente una vera collaborazione da parte di tutti, e un vero dialogo per trovare soluzioni sociali valide per tutto il Paese”.

Ha moderato l’evento, il giornalista Alessandro Panigutti, direttore di Latina Oggi.