Giugno è un po’ come Natale. Per oltre 7 milioni di lavoratori, infatti, è tempo di quattordicesima. Sebbene in passato la mensilità aggiuntiva poteva rappresentare un “gruzzolo” da mettere da parte oppure la possibilità di concedersi qualche piccolo lusso ora la realtà in Italia è completamente diversa. I “fortunati” che la riceveranno spenderanno quasi la metà del monte totale (49%, pari a 3,3 miliardi di euro) per pagare tasse e spese obbligate, da quelle per la salute ai conti in sospeso. Parola della Confesercenti che nel suo studio, elaborato sulla base dei dati Istat e un survey SWG specifica che a percepire la quattordicesima, in Italia, sono circa 3,8 milioni di lavoratori dipendenti e 3,4 milioni di pensionati. Per i lavoratori dipendenti la quattordicesima mensilità vale in media circa 1.400 euro, mentre per la platea dei pensionati, con l’ampliamento della platea di percettori, l`importo medio per persona passa da 407 a 507 euro. Eppure, questa boccata d’ossigeno, sarà spesa soprattutto per pareggiare i conti: dei 3,3 miliardi di euro destinati a questo scopo, circa 1,6 miliardi sono impiegati per saldare conti in sospeso, dai debiti alle bollette scadute; 938 milioni per le spese sanitarie e mediche, mentre i rimanenti 737 milioni per pagare Imu, Tari e altre imposte. Al risparmio e agli investimenti, invece, andrà 1 miliardo di euro circa, il 16% del monte totale. Ristretto l’impatto sui consumi, su cui confluiranno circa 2 miliardi, meno di un terzo delle quattordicesime. Di queste risorse la maggior parte (1,6 miliardi) servirà per finanziare una vacanza, mentre 400 milioni andranno in spese straordinarie e regali e poco più di 300 milioni agli ormai imminenti saldi estivi. Per non parlare dei pensionati: il 76% del totale utilizza la mensilità aggiuntiva per le spese obbligate, il 40% per i conti in sospeso, il 21% per la salute e il 15% per il fisco. Secondo l’Ufficio Economico di Confesercenti “lo scarso utilizzo della quattordicesima per i consumi suggerisce un quadro caratterizzato ancora dall’incertezza delle famiglie” tant’è che “c’è anche un 20% che la vorrebbe vedere spalmata durante tutto l’anno, per avere un po’ di liquidità in più ogni mese”.