“Nella relazione del presidente Boccia ho trovato ombre e qualche punto di luce”. Lo ha detto il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, all’ agenzia di stampa Italpress, commentando la relazione del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, all’assemblea annuale degli imprenditori.
Capone vede con favore il riferimento di Boccia “ai contratti di fabbrica. Sembra si avvicini, anche se a passo molto lento, al nostro principio fondamentale di partecipazione dei lavoratori alle imprese, un po’ sul modello tedesco. Però temo che questa apertura di Boccia vada a scontrarsi con le relazioni industriali degli associati di Confindustria”.
“Noi siamo assolutamente d’accordo – prosegue – nel trovare formule di condivisione di responsabilità tra capitale e lavoro, condividere responsabilità e parte degli utili di impresa”. Ma se questa è la nota positiva, per il segretario generale dell’Ugl la proposta di azzerare il cuneo fiscale per tre anni alle imprese che assumono giovani “è la parte meno luminosa della relazione del presidente Boccia, una ricetta che continua a proporre Confindustria”: “siamo d’accordo sul fatto che sicuramente serve una politica fiscale più equa, ma lui la vede per le imprese, noi per tutti i cittadini, e parlo soprattutto del quoziente familiare”.
“La cosa che non ci è piaciuta – spiega ancora Capone – è la proposta del taglio del cuneo fiscale per agevolare le assunzioni. Sui giovani c’è un dato interessante: il governo ha dato un bonus di 8mila euro alle aziende per ogni under 25 assunto, per le otto regioni del Sud; in cinque mesi, di tutti i fondi stanziati ne è stato usato solo un quinto, se questo è il dato vuol dire che il problema vero del Paese non si può risolvere con i bonus – evidenzia il leader dell’Ugl -, ma si devono incentivare i consumi interni per rimettere in moto la produzione: se non c’è nessuno che compra i prodotti, che consuma, le assunzioni nuove non le fai perché non c’è bisogno di produrre di più”.
Per il segretario generale dell’Ugl “il cuneo fiscale andrebbe tagliato sulla fascia medio-bassa, dai 30mila euro in giù; se si passa da mille euro di stipendio al mese a 1.200 la disponibilità in più si trasforma in maggiori consumi interni e quindi più produzione. Il mercato oggi è completamente fermo, e questo porta a un minor consumo, si deve intervenire creando più opportunità di consumo nella fascia di chi ha un reddito più basso, si devono fare politiche di sviluppo”.
Sul Mezzogiorno, Capoen dichiara: “bisogna ricordare che al Sud il costo dell’energia è più alto, per le aziende, rispetto al Nord, che ha un sistema infrastrutturale che non gli consente di essere al pari con il Nord; anche le reti immateriali al Nord sono più sviluppate che al Sud, non ci sono politiche organiche, e penso per esempio al settore agroalimentare, al turismo”.
Per l’Ugl il governo Renzi prima e quello Gentiloni ora “non sono riusciti a fare un tavolo sul Sud, c’è un problema che va risolto”.
Per Capone si deve anche affrontare il tema di Industria 4.0, tanto caro al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda: “Ci si deve preoccupare delle perdite occupazionali nel breve medio termine, le fasce di competenza molto alte troveranno sicuramente una collocazione in questo settore, ma tutta la fascia media probabilmente si troverà in difficoltà” conclude il segretario generale dell’Ugl. “Il ministro sta anche facendo un lavoro interessante, Industria 4.0 consentirà di produrre i prodotti a prezzi molto più bassi; bisogna essere competitivi con gli altri paesi ma si deve essere in grado anche di affrontare le conseguenze, soprattutto sul piano occupazionale”.