Il Tg5 si ferma di fronte al silenzio dell’azienda sulle voci riguardanti il trasferimento degli studi da Roma a Milano. Ad annunciarlo il cdr del Tg5 attraverso una nota stampa in cui “proclama un giornata di sciopero per il 26 maggio prossimo, la prima del pacchetto di tre giorni approvato dall’assemblea della redazione. L’astensione avrà durata di 24 ore e interesserà  tutte le edizioni del telegiornale. Previste tre finestre informative della durata di 5 minuti ciascuna alle 8:00, alle 13:00 e alle 20:00.

Dopo le smentite arrivate a febbraio, la parziale marcia indietro dei manager durante un incontro avvenuto a marzo e la lettera inviata lo scorso 11 maggio ai vertici dell’azienda, la redazione punta i piedi. Perché a dieci giorni di distanza non sono arrivate risposte e l’ipotesi che non vi sia più nulla da smentire, ovvero che ai piani alti di Cologno si stia lavorando al progetto, si irrobustisce. Ecco, quindi, la necessità di fermarsi con “un’azione forte e senza precedenti nella storia del Tg5”.

Perché il comitato di redazione dice no al trasferimento a Milano

Secondo i rappresentanti dei giornalisti, il trasferimento comporterebbe “un ridimensionamento del ruolo del Tg5, da 25 anni testata di successo grazie alla sua autorevolezza, professionalità, autonomia, credibilità; il grave rischio di omologazione e appiattimento dell’offerta giornalistica di Mediaset, nella prospettiva finale di una redazione unica, che tradirebbe la necessaria ricchezza di voci e pluralismo da sempre motivo di vanto dell’Editore soprattutto in riferimento a quella che e’ da sempre la testata a piu’ spiccata vocazione “ecumenica”; un ridimensionamento del ruolo di Mediaset nella Capitale d’Italia; disagi per centinaia di dipendenti giornalisti impiegati tecnici e operai – costretti ad un trasferimento che per molti rischia di trasformarsi nella perdita del posto di lavoro; gravi contraccolpi economici per il vasto indotto che ruota attorno a Mediaset Roma; un pesante danno per l’economia del territorio, gia’ provata da anni di crisi e aggravata della scelta di alcune imprese editoriali di abbandonare Roma e dalla profonde difficolta’ che riguardano grandi aziende (Alitalia) e tante medie e piccole aziende nel settore dei servizi; un crescente depauperamento culturale della citta’, che rischia di trasformarsi in breve da viva capitale europea a museo a cielo aperto, sempre piu’ agonizzante tra emergenze e abbandono”.

“Per tutte queste ragioni – spiega il cdr -, invitiamo ancora una volta l’azienda a rinunciare al progetto e intendiamo, con un’azione forte e senza precedenti nella storia del Tg5, richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni del Paese”.    L’eventuale abbandono della Capitale si inserisce nella scia di quanto avvenuto a Sky Tg24 che da novembre trasmetterà dagli studi di Santa Giulia, a Milano.