Il divario tra Nord e Sud in Italia è evidente anche nella distribuzione delle prestazioni di invalidità civile. Oltre la metà, infatti, tra pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento, ha come destinazione il meridione.

Nelle Regioni settentrionali i contributi versati all’Inps sono più alti e ci sono meno assegni di invalidità (meno del 30%). Nel Mezzogiorno i contributi versati sono più bassi mentre le pensioni di invalidità sono più frequenti. Al Centro si ferma al 18,5%.  A certificarlo è il sesto rapporto del Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali.

Al Sud il doppio del Nord

Per tenere in equilibrio i conti fra contributi versati e assegni da pagare, si finisce per pescare dalle casse pubbliche. Per questo, ogni anno, lo Stato trasferisce in media a ogni abitante del Sud 1.000 euro l’anno, contro i 474 al Nord e i 658 al Centro. Questo perché quasi due terzi dei 134,8 miliardi di euro che ogni l’anno Inps incassa dai contributi vengono dal Nord e «coprono» le pensioni da pagare in misura maggiore rispetto a quanto avviene nel resto del Paese.

Le pensioni di invalidità

Oltre la metà delle prestazioni di invalidità civile (pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento) ha come destinazione il Sud, mentre il Nord si ferma al di sotto del 30%. Visto da un’altra angolazione: al Nord c’è una prestazione di invalidità ogni 100 abitanti, al Centro si sale a una ogni 69,7 abitanti, al Sud si schizza a una ogni 43.

La proposta per attirare i pensionati stranieri

Sempre in tema di pensioni è stato riammesso, nel corso dell’esame alla Camera, l’emendamento alla manovrina correttiva che introduce la flat tax per gli stranieri. Si tratta di una tassa fissa e molto vantaggiosa (con aliquota al 10%) che dovrebbe attirare i pensionati stranieri che decidono di trasferirsi in Italia e pagare le tasse nel nostro Paese. La misura sarebbe temporanea. Ed è già in vigore in altri Paesi come il Portogallo, dove l’aliquota è addirittura zero. La proposta – firmata dall’ex sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti – sarà messa ai voti nei prossimi giorni.

Proprio su questo passaggio l’Ugl ha mostrato tutta la sua criticità definendo la proposta della Flat Tax per i pensionati stranieri  “ridicola, contraddittoria e discriminatoria. Ridicola perché imita iniziative di Paesi esteri da tempo esistenti; contraddittoria, perché ammette implicitamente che le tasse sulle pensioni si possono ridurre; discriminatoria, perché tratta in modo diverso i pensionati residenti in Italia”.

Per l’Ugl “il sistema per ridurre le tasse è semplice: si potrebbero applicare delle detrazioni dal reddito imponibile motivandole con le spese necessarie per la cosiddetta “terza età”. Spese che per un anziano sono certamente superiori a quelle di un suo pari reddito giovane come spese relative alla sanità o all’assistenza extrafamiliare”.

“Una soluzione equa è abbassare ad un’aliquota unica del 15% le imposte sulle pensioni fino ad un importo prefissato, corrispondente ad esempio al livello massimo retributivo di un “quadro” o di un “funzionario”. Un intervento va fatto – conclude –  altrimenti continuerà l’esodo dei pensionati italiani verso Paesi più accoglienti”.