di Claudia Tarantino

Questa volta è il caso di un addetto alle vendite che per 10 anni ha usato il telefono cellulare per diverse ore al giorno a far condannare l’Inail dal Tribunale di Firenze, pochi giorni dopo la sentenza di Ivrea.
A riferire il caso fiorentino è l’avvocato Paolo Maresca dello studio legale Bonafede, che ha seguito il ricorso del lavoratore. “La sezione Lavoro del Tribunale di Firenze – spiega l’avvocato – ha condannato l’Inail a corrispondere al lavoratore una rendita professionale, per inabilità permanente, nella misura del 16%”. Sia il perito nominato dal tribunale sia quello scelto dal lavoratore danneggiato hanno infatti confermato “l’elevata probabilità di una connessione tra l’uso del telefono cellulare e la malattia insorta”, scientificamente definita come neurinoma dell’ottavo nervo cranico, una forma di tumore benigno al nervo acustico.
Bisognerà ora attendere 60 giorni per conoscere le motivazioni della sentenza, ma si tratta già del secondo caso che dimostra quanto sia dannoso per la salute stare ‘attaccati’ al telefono per troppe ore al giorno.
La situazione di Firenze, infatti, è molto simile a quella presa in esame ad Ivrea, dove in tribunale si è discusso il caso di un lavoratore che per quindici anni aveva usato il telefono sempre all’orecchio destro, anche lui per diverse ore al giorno, con conseguenti danni al nervo acustico. Su questo caso è intervenuta anche l’Associazione nazionale mutilati e invalidi che ha chiesto all’Inail di riconoscere questa nuova malattia professionale.