di Annarita D’Agostino

Italia prima per accoglienza: lo confermano oggi, seppur in ambiti diversi, i dati diffusi dall’Oim e da Eurostat.
L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) segnala che sono 42.974 i migranti e rifugiati arrivato in Europa via mare al 19 aprile scorso. Di questi, 962 le persone morte. Il nostro Paese resta al vertice della classifica degli arrivi: ben l’85% è stato registrato in Italia (36.703), e sulla rotta del Mediterraneo centrale anche il più alto numero di morti. In rapporto allo stesso periodo degli ultimi due anni, 2015 e 2016, gli arrivi sono più che triplicati. Per il 2017, i principali paesi di origine delle persone giunte in Italia sono Guinea, Nigeria, Bangladesh e Costa d’Avorio.
Altro primato italiano nella concessione della cittadinanza: siamo i primi in Europa secondo Eurostat che, per il 2015, ha conteggiato a livello UE una tendenza costantemente in calo, con 840mila persone contro le 890mila del 2014 e le 980mila del 2013. L’Italia ha concesso la cittadinanza a 178.035 persone, di cui il 19,7% albanesi, il 18,2% marocchini e l’8,1% romeni.
Lo sforzo degli italiani è stato elogiato da Juan Fernando Lopez Aguilar (S&D) e Barbara Cudricka (PPE), presidenti di una delegazione di eurodeputati della Commissione libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento Europeo, in Sicilia per fare il punto sulla gestione dei migranti e dei richiedenti asilo. “Siamo rimasti colpiti e impressionati – ha detto incontrando i giornalisti – dagli enormi sforzi che le autorità italiane, e in particolar modo siciliane, la popolazione e tutti gli attori coinvolti nel circuito del soccorso e dell’accoglienza stanno mettendo in atto perché i diritti fondamentali dei migranti e di coloro che richiedono protezione internazionale siano rispettati”.
“L’identificazione di chi arriva via mare – hanno aggiunto – ha raggiunto tassi vicino al 100%, con enormi miglioramento rispetto al passato. L’ottima cooperazione fra autorità italiane, agenzie (Frontex, Easo ed Europol) e Ong e l’abnegazione e la disponibilità della popolazione siciliana, però, non sono solo un merito che dobbiamo ascrivere all’Italia: questi aspetti rappresentano un beneficio per l’Unione europea nel suo complesso”.
“La nuova legislazione approvata dal governo italiano riguardante i minori non accompagnati – hanno proseguito i deputati europei – è, secondo noi, un passo importante nella giusta direzione e siamo ansiosi di vederla all’opera e di valutarne i risultati concreti” hanno aggiunto, pur constatando però “quanto, visto il carico di responsabilità a cui è sottoposta l’Italia, molte autorità locali siano a corto di risorse sia umane che finanziarie per affrontare la grande sfida posta dall’accoglienza di numeri così alti di arrivi”. “Ancora una volta, infine – hanno proseguito – la nostra visita in Italia ci ha confermato l’idea che l’attuale regolamento di Dublino non funziona e deve essere urgentemente emendato, insieme al pacchetto riguardante l’asilo, ed è quanto il Parlamento europeo sta facendo”.
Ma gli elogi in assenza di risorse e di condivisione delle criticità non servono quando il Paese viene lasciato solo a gestire un’emergenza globale, che amplifica le difficoltà dei territori colpiti dalle calamità naturali e di periferie che sono polveriere pronte ad esplodere.