di Caterina Mangia

I diritti dei cittadini europei in Gran Bretagna sono al centro delle trattative sulla Brexit.
Parola del presidente dell’europarlamento Antonio Tajani, che dopo un faccia a faccia a Downing Street con la premier britannica Theresa May ha messo in luce “l’argomento principale” sul quale vertono le negoziazioni Uk-Ue, precisando che “sono una priorità anche per il Regno Unito”: “vogliamo entrambi difendere fortemente i diritti di tutti i cittadini, che siano europei residenti in Inghilterra o negli altri paesi dell’Ue. Considero un buon punto di partenza la condivisione di questa priorità e la forte volontà di lavorare insieme”, ha aggiunto Tajani, che nel pomeriggio ha incontrato i rappresentanti delle Ong che tutelano i diritti degli europei.
L’incontro con il primo ministro del Regno Unito è stato disteso: Theresa May “parla di separazione, non di divorzio, per poi ritrovare un accordo dopo”, ha spiegato Tajani in conferenza stampa: “non ho visto volontà di rottura, il messaggio mi pare anzi positivo e non negativo”; nonostante getti acqua sul fuoco, il presidente dell’assemblea di Strasburgo non nasconde che “ci saranno punti di attrito” e che “la trattativa sarà ferma”: tuttavia, non vede “la ricerca di uno strappo” .
Sulla Brexit, inoltre, la Gran Bretagna potrebbe ancora fare un passo indietro: Tajani ha rivelato al Guardian che “se l’Uk volesse rinunciare a uscire dall’Ue “sarebbe possibile farlo: la decisione finale spetterebbe ai 27 Stati membri, ma ognuno sarebbe favorevole”; “io sarei felice”, ha poi aggiunto. Si tratta in realtà di una sorta di provocazione, perché la Gran Bretagna sembra più che convinta della propria scelta: secondo gli ultimi sondaggi, le elezioni anticipate indette per l’8 giugno da Theresa May saranno vinte dai Tories, che rispetto al partito laburista hanno 24 punti percentuali in più. Il leader del partito d’opposizione in Gran Bretagna Jeremy Corbyn tuttavia non si è dato per vinto, negando che la vittoria dei conservatori sia “una conclusione scontata”.
“E’ un voto che secondo me garantirà stabilità”, ha invece detto Tajani durante il colloquio con la premier, aggiungendo: “a noi interessa avere un interlocutore stabile, mi auguro con una maggioranza forte”, che garantirebbe di arrivare con più facilità a un accordo sulla Brexit e successivamente a un’intesa “sulle future relazioni fra Regno Unito e Ue”. Intesa che, ha ricordato Tajani, “su alcune questioni fondamentali come la lotta a terrorismo e crimine organizzato, l’immigrazione e la politica di difesa” sia in grado di confermare per la Gran Bretagna un ruolo di “protagonista in Europa con l’Ue anche dopo la Brexit”.
Sulla lotta comune al terrorismo è arrivato un appello anche dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che in visita a Washington ha chiesto di continuare “a considerare la relazione tra Ue e Uk nella geopolitica come una relazione tra amici, alleati e partner”. “Penso che la negoziazione sarà difficile – ha poi aggiunto il premier – non è una discussione ideologica” ma su cose concrete. “Abbiamo bisogno di unità, questo è il messaggio alla premier May. L’Ue ha bisogno di unità per avere una forte posizione negoziale”.