di Claudia Tarantino

Tornano a scendere ordinativi e fatturato dell’industria nel nostro Paese dopo 3 mesi di crescita congiunturale. Secondo l’Istat, infatti, a gennaio i primi sono calati del 2,9% rispetto a dicembre e il secondo del 3,5%. Il calo del fatturato è più ampio sul mercato estero (-5,4%) rispetto a quanto rilevato sul mercato interno (-2,3%). Gli ordinativi registrano, invece, un incremento sul mercato estero (+2,6%) e una diminuzione su quello interno (-6,6%).

L’indice del fatturato dell’industria misura l’andamento nel tempo dell’ammontare delle vendite delle imprese. La battuta d’arresto registrata a gennaio, per l’Istat “non modifica” comunque “la tendenza alla crescita rilevabile su base trimestrale: nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo del fatturato risulta infatti in crescita dell’1,7% rispetto ai tre mesi precedenti, con andamenti simili per il mercato interno ed estero”.

In termini tendenziali, in altre parole la variazione (in percentuale) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con le opportune correzioni per gli effetti di calendario, visto che i giorni lavorativi a gennaio 2017 sono stati 21 contro i 19 di gennaio 2016, il fatturato totale cresce dell’1,5% (+1,5% sul mercato interno e +1,3% su quello estero).

Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano un incremento congiunturale solo per l’energia (+3,5%). Si registrano flessioni, invece:

  • per i beni strumentali (-5,1%), cioè tutti quei beni utilizzati nell’attività per più anni, come attrezzature, macchinari, computer, ecc.;
  • per i beni intermedi (-3,5%), ovvero quei beni che possono essere utilizzati soltanto in un ciclo produttivo per produrre altri beni;
  • per i beni di consumo (-3,4%), quelli cioè che possono essere utilizzati immediatamente, in modo diretto e senza alcuna trasformazione.

L’indice grezzo del fatturato cresce, in termini tendenziali, dell’8,2%: il contributo più ampio a tale incremento viene – secondo l’Istat – dalla componente interna dei beni intermedi.

Per il fatturato, “l’incremento tendenziale più rilevante si registra nella fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+18,9%), mentre la maggiore diminuzione nel comparto manifatturiero riguarda le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine e apparecchiature (-9,6%)”.

Doccia fredda anche per gli ordini. L’indice degli ordinativi coglie la variazione delle commesse che le imprese ricevono dai clienti. Questo secondo indicatore si basa, quindi, sulle informazioni fornite solo da una parte delle imprese, quelle che lavorano su commessa e che sono dislocate sia sul territorio nazionale che estero.

A gennaio, rispetto al mese precedente, si rileva una flessione degli ordinativi pari al 2,9%. Tuttavia, l’Istat registra un incremento sul mercato estero (+2,6%) e una diminuzione su quello interno (-6,6%).

Nel confronto con il mese di gennaio 2016, l’indice grezzo degli ordinativi segna un incremento dell’8,6%. L’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di mezzi di trasporto (+21,6%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (-15,8%).