di A.M.

Si arresta la corsa verso la competitività della Lombardia. La Regione, definita uno dei quattro ‘motori d’Europa’, insieme al Baden Wuerttemberg, alla Catalogna e al Rodano-Alpi, secondo la terza edizione dell’indice di competitività regionale della Commissione Europea, si posiziona sotto metà classifica, accontentandosi della 143esima posizione su 263, malgrado abbia un Pil pro capite che è il 37esimo tra le regioni dell’Ue. Nella precedente edizione, che risale al 2013, la Lombardia era 128esima.

Lanciato nel 2010 e pubblicato ogni tre anni, il Rci (Indice di competitività regionale) vuole aiutare le regioni Ue a monitorare i propri miglioramenti e confrontarli con quelli di altri territori europei. Nello studio, infatti, vengono prese in considerazione l’innovazione, la “business sophistication”, la preparazione tecnologica, le dimensioni del mercato, l’efficienza del mercato lavoro, l’istruzione e formazione superiore e di base, la salute, le infrastrutture, la stabilità macroeconomica e le istituzioni.

Fra le altre regioni italiane, al secondo posto 153esima nell’Ue, c’è la Provincia autonoma di Trento, poi il Lazio (numero 156 nell’Ue), l’Emilia Romagna (157), la Provincia autonoma di Bolzano (160), il Friuli-Venezia Giulia (162), il Piemonte (163), la Liguria (167), il Veneto (169), la Toscana (172) l’Umbria (175), la Valle d’Aosta (177), le Marche (180), poi Abruzzo (198) e Molise (209), e infine, molto staccate, le regioni del Sud: Basilicata (226), Campania (228) a pari merito con la Sardegna, Puglia (233), Calabria (235) e, ultima, la Sicilia (237).

La Regione Lombardia, scrivono gli economisti della Commissione Europea, “non ha alcun punto di forza in rapporto ai suoi pari. Gli aspetti di competitività che più richiedono attenzione sono la qualità delle istituzioni, l’educazione superiore (dove la regione si piazza solo 215esima su 263, ndr), il mercato del lavoro, il livello di prontezza tecnologica di famiglie e imprese”.

Il livello di aggiornamento tecnologico e la qualità delle istituzioni “includono sia un aspetto regionale che un aspetto nazionale. La performance povera della regione in questi aspetti della competitività è quindi il risultato di una performance povera sia a livello nazionale che a livello regionale”. Le debolezze della regione, tuttavia, sono considerate debolezze “minori” dagli esperti della Commissione.

Per Rci al primo posto della classifica c’è l’area di Londra, seguita da un’altra contea inglese, l’Oxfordshire (con Berkshire e Buckinghamshire), e poi terza Utrecht, in Olanda, quarta la capitale svedese Stoccolma, poi ancora al quinto postio le inglesi Surrey e Sussex, al sesto la danese Hovedstaden, al settimo il Lussemburgo e solo all’ottavo la regione di Parigi (Ile de France) e al nono la prima tedesca, l’Overbayern.