di Antonella Marano

“Resistere, resistere, resistere, questa lunga notte non può durare per sempre. Dobbiamo aggrapparci alla vita che, dopo tanto dolore, ci permette ancora di essere qui e di credere nella speranza: è la nostra Amatrice a chiederlo, è nel ricordo delle 290 vittime del sisma del 24 agosto che dobbiamo rialzarci e riprendere in mano la nostra libertà, oggi messa a dura prova anche dall’emergenza neve. Un vero e proprio disastro. Famiglie letteralmente isolate, alcuni posti non sono assolutamente raggiungibili, nemmeno gli spazzaneve sono riusciti a rispondere al forte disagio causato dai quasi due metri di neve. Una nevicata così ad Amatrice non si registrava dagli anni ’50. Non bastano i mezzi spalaneve che abbiamo a disposizione, abbiamo bisogno di turbine per allargare le strade e, questa richiesta era stata già avanzata dal sottoscritto nella serata di ieri. Stamattina ne è arrivata solo una. Ma non basta. Dobbiamo liberare le strade e permettere alla gente di uscire dalle loro abitazioni, divenute in questo momento peggio di una prigione. Dobbiamo dare la possibilità a chi ne ha bisogno di chiamare i soccorsi e, se necessario, di essere raggiunti dalle ambulanze”.

Le parole di Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, trasmettono tanta energia. Un sindaco/padre che tenta di proteggere e rassicurare la sua famiglia, i suoi figli, non solo a parole. Sergio è lì, mentre parla con noi, e mentre la terra continua a tremare non offrendo nessuna tregua ad un territorio divorato dal dolore e dalla paura. Sergio è lì, insieme ai volontari, ai suoi concittadini e a tutti coloro che in queste ore si stanno adoperando per liberare Amatrice dalle troppe difficoltà che la paralizzano.

Una parola per tutti, un abbraccio e un sostegno concreto per la sua grande e bella famiglia: Amatrice.

pirozzi“Il mio unico pensiero oggi è proteggere la mia gente. Al momento è tutto sotto controllo ma non la paura, per gli abitanti di Amatrice rimasti ‘intrappolati’ in casa resta il terrore, il terrore di non poter fuggire se dovessero verificarsi altre scosse. Ed è questa la mia più grande preoccupazione. Confido nel cuore dell’Italia, negli aiuti concreti che arrivano e arriveranno da ogni angolo del Paese. Credo che la luce avrà il suo spazio dopo tanto buio”.

Oggi è crollato anche il campanile della Chiesa di San’Agostino, già fortemente lesionato dalle precedenti scosse?

“Sì, ma sono convinto che oggi la priorità sia la salute fisica e psicologica dei miei concittadini. Una Chiesa senza fedeli, un paese senza abitanti è come un giardino senza fiori, senza vita. Ora la priorità è rispondere ai disagi e alle difficoltà di una popolazione che convive da mesi con la paura e con il dolore lasciato dai precedenti terremoti”.

Emergenza su emergenza…

Il continuo sciame sismico in questi mesi, non ha dato tregua alla nostra Amatrice. A questo poi si sono aggiunte le temperature polari ( le più rigide da 25 anni a questa parte) e l’abbondante nevicata  che non toccava in questo modo le nostre zone da settant’anni. Sono, però, convinto che tante persone stiano pregando per noi. Io sto qui, non si molla più un centimetro, credo fortemente che dopo la notte viene sempre il sole. Pensiamo sempre nel momento estremo che siamo uomini e donne fortunati, perché altri amici ci hanno abbandonato”.