img_5226Povertà, occupazione, lavoro: i pilastri “ disattesi” della programmazione 2014/2020

Si prospetta l’ennesima occasione persa. Quella della programmazione dei Fondi Strutturali 2014- 2020 che stenta a decollare a livello nazionale e regionale e locale.

Ormai all’epilogo dell’anno in corso, si contano le “agende” partite, i bandi attivati, le iniziative in corso. Di contro, si deve evidenziare che alle risorse gia’ assegnate con i Programmi Operativi Regionali e Nazionali sono stati individuate risorse aggiuntive provenienti prevalentemente da risorse nazionali (Fondo Sviluppo Coesione) programmate in Programmi Operativi Complementari (POC) , Patti per le regioni e per le città.

In sintesi, una ingente quantità di risorse cui non segue altrettanta quantità e, ancor di piu’, qualità di azioni e programmi attivati. Eppure, nel quadro di una complessiva crisi economico-finanziaria, europea, nazionale, locale, l’Accordo di Partenariato, il documento nazionale con le linee guida della programmazione, frutto di soluzioni mirate ad un sostegno della futura politica di coesione nella programmazione 2014-2020, ha l’obiettivo di programmare azioni e strumenti operativi e gestionali per la piena realizzazione dell’agenda europea in tema di crescita, povertà, occupazione.

Il Rapporto Istat sulla povertà di questi giorni non lascia scampo: uno scenario di arretratezza, di ampliamento delle fasce sociali di meno abbienti, specie al Sud, in aggiunta ad una disoccupazione a livelli ormai ai limiti di focolai sociali di ribellione. E’ necessario ricordare che
Il 6 ottobre 2011 la Commissione ha adottato un pacchetto legislativo – di cui fa parte anche il Fondo Sociale Europeo – che ha definito le linee della politica di coesione delle EU per il periodo 2014-2020, sulla base della grave situazione venutasi a creare in merito alla disoccupazione, disoccupazione giovanile e rischio povertà.

La programmazione è indirizzata agli obiettivi europei finalizzati alla soluzione dei problemi che ne sono alla base, vale a dire, scarsità di competenza, ridotta mobilità dei lavoratori, inadeguatezza dei sistemi scolastici e del mercato del lavoro.

Su tali tematiche, il Fondo Sociale Europeo rappresenta il principale strumento finanziario per investire nelle risorse umane, tenuto conto che consente di accrescere le opportunità di occupazione dei cittadini europei, promuove lo sviluppo dell’istruzione e punta a migliorare la situazione dei soggetti più vulnerabili a rischio di povertà. L’intero Regolamento è infatti incentrato al raggiungimento di quattro obiettivi tematici prioritari quali promuovere l’occupazione e sostenere la mobilità dei lavoratori, promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà, investire in istruzione, competenze e apprendimento permanente, migliorare la capacità istituzionale e un’efficiente amministrazione pubblica.

Non ultimo, le ingenti risorse destinate al bonus occupazione di cui ancora si discute ma che, di fatto, non trova ancora regolamentati criteri e modalità di erogazione. In sintesi, un fallimento che si puo’ superare solo con una forte azione politica, un governo credibile, una efficace condivisione e concertazione con le parti sociali.

Maria Rosaria Pugliese