“Prima che alle aggressioni e alle minacce di morte seguano atti ben più gravi, chiedo al Prefetto di convocarci e confrontarci su quanto sta accadendo presso la Motorizzazione Civile di Catania. L’assenza di dovuti controlli e, quindi, di sicurezza è un colpo al cuore per tanti lavoratori onesti come noi che, vogliono semplicemente applicare le norme e lavorare in modo rispettoso. Alcune utenze, però, hanno dimostrato, di non accogliere positivamente la nostra ‘trasparenza’ e serietà e, di fronte al nostro diniego nel voler – senza entrare nei particolari – approvare determinate pratiche hanno reagito aggredendo il sottoscritto e, la scorsa settimana anche un mio collega (tra l’altro capo ufficio). Sono stato minacciato addirittura di morte. Tutto questo, in una società civile come la nostra, è assolutamente inaccettabile”.

E’ un fiume in piena Giovanni Musumeci, funzionario direttivo della Motorizzazione Civile di Catania e sindacalista dell’Ugl. E’ lui il protagonista, insieme ad un suo collega, di questa triste vicenda che da poche ore si sta diffondendo in rete e non solo. Entrambi hanno denunciato alle Autorità competenti quanto accaduto ma chiedono aiuto – per poter espletare con tranquillità il proprio lavoro – al Prefetto (Maria Guia Federico) e al Dirigente generale del Dipartimento delle infrastrutture, della mobilità e dei trasporti dell’Assessorato regionale delle infrastrutture e della mobilità (Fulvio Bellomo). L’Ugl Catania, infatti, alcune settimane fa aveva denunciato le ‘enormi criticità in cui versa la struttura periferica tecnica’ a causa – racconta Musumeci – sia della forte emorragia di unità di personale, posto soprattutto in quiescenza, che della stringente mole di lavoro causata dalla burocrazia sempre più asfissiante, oltre alla crescente insofferenza, esasperazione ed all’insistente senso di sopraffazione che si sta generando negli utenti ogni giorno che passa. Auspichiamo che – precisa il sindacalista – vengano prese misure adeguate rafforzando il servizio di vigilanza interno, anche con l’ausilio di guardie armate, ed esterno con una più fitta collaborazione con le forze dell’ordine, ed una riorganizzazione della struttura logistica degli uffici allo scopo di tutelare l’incolumità dei dipendenti, che continuano ancora a lavorare in un clima di forte tensione garantendo così  la continuità dell’erogazione dei servizi”