E’ ancora densa la nebbia che avvolge il futuro di Almaviva.  Proprio in queste ore si è consumato l’ennesimo incontro al Mise dal quale non è ancora emerso un concreto accordo tra azienda e sindacati. Il prossimo incontro, si spera quello decisivo, è fissato per lunedì 12 dicembre: in ballo ci sono la chiusura delle sedi di Roma e Napoli di Almaviva Contact e 2.511 licenziamenti (la procedura per gli esuberi è già partita e scade il prossimo 18 dicembre).  Per Antonio Vitti, componente della segreteria nazionale dell’Ugl Telecomunicazioni, la situazione è divenuta ancora più ‘spinosa e delicata’. Secondo il sindacalista, infatti, “la sensazione è che non ci sia un’effettiva volontà dell’azienda di costruire un percorso valido di uscita dalla crisi. Tutto è stato rimandato al prossimo tavolo del 12 dicembre”. Un rinvio che pesa ancora di più sull’incertezza quotidiana con la quale convivono i lavoratori, soprattutto delle due sedi a rischio nel Lazio e in Campania.

Non è accettabile  – ha precisato Vitti in una nota stampa – che i piani dell’azienda si basino sulla riduzione del costo del lavoro la quale, oltretutto, contrasta con le norme del settore contro delocalizzazioni e gare al massimo ribasso che abbiamo fortemente sostenuto a livello nazionale”.

La proposta messa sul tavolo dall’azienda per evitare le chiusure e i licenziamenti prevede “l’azzeramento degli scatti di anzianità per le sedi di Roma e Napoli e la riduzione del salario attraverso la perdita di un livello professionale. Ad esempio, chi è al quarto livello passerebbe al terzo con evidenti conseguenze economiche. Si tratta di provvedimenti, a dir loro, temporanei, finché il quadro economico aziendale non si riprenderà”. In più la proposta di Almaviva prevede esodi incentivati e partecipazione dei lavoratori al consiglio di sorveglianza”.

 “Come Ugl ha concluso Vitti  – siamo disponibili al confronto su un nuovo piano di ammortizzatori sociali per le attività di call center di tutte le sedi, purché supportato da un serio progetto industriale. Ci aspettiamo una riflessione seria da parte dei vertici Almaviva e che, nella prossima riunione, arrivino dunque proposte valide”.

La nota di Almaviva 

“Di fronte alle iniziative istituzionali dirette a riordinare il settore e ad affermare un mercato dalle regole certe e rispettate, Almaviva Contact ha avanzato alle parti la proposta di un percorso industriale in grado di riportare l’azienda all’equilibrio economico e a soluzioni di risanamento stabili, attraverso le azioni necessarie ad aggredire i caratteri strutturali della crisi. Preso atto della totale indisponibilità al percorso industriale presentato dall’Azienda – conclude Almaviva – ribadita anche oggi dalle Organizzazioni Sindacali con toni perentori, Almaviva Contact non può che considerare superata la propria proposta”.

Di “posizioni cristallizzate” parla la viceministro Teresa Bellanova giustificando l’aggiornamento del tavolo: “Purtroppo ancora oggi registro una distanza tra le parti impegnate a rinfacciarsi le reciproche responsabilità, ma di sicuro il governo non intende assecondare tagli al salario dei lavoratori – afferma – Ho invitato le parti a una trattativa a oltranza, chiedendo loro un impegno a esaminare nel dettaglio le questioni aperte per arrivare a una revoca della procedura di licenziamento”.