Paola Saraceni, lei ha definito il rinnovo del contratto degli statali una vera e propria beffa siglata, tra l’altro, a 60 ore dal referendum costituzionale.    

saraceniIn effetti non si può definire diversamente questa intesa. La scelta del governo di concedere un aumento medio lordo pari a 85 euro mensili è strumentale, perché arrivata, come detto, sul filo di lana della scadenza elettorale. E’ iniqua, perché dopo otto anni di attesa, si limita ad elargire ad oltre tre milioni di lavoratori l’ennesima ‘mancetta’, alimentando il sistema di incentivi, premi e bonus che rappresentano esattamente l’opposto di una politica seria e lungimirante, che dovrebbe invece muoversi in direzione di una riforma strutturale e permanente della pubblica amministrazione”.

Di cosa ha bisogno concretamente il comparto per ‘respirare’ dopo otto anni, come lei ha ben evidenziato, di lunga attesa?

L’Ugl Funzione Pubblica ritiene indispensabile il contratto unitario del pubblico impiego e il livellamento verso l’alto delle retribuzioni che, attualmente, sono tra le più basse d’Europa. L’attuale quadro normativo e retributivo è, infatti, costellato da una miriade di sotto-contratti che alimentano solo confusione e penalizzano i lavoratori. E’ altrettanto indispensabile definire i nuovi ordinamenti professionali, all’interno dei quali inserire nuovi profili professionali, adeguati alle mutate esigenze delle diverse amministrazioni, limitando anche qui l’attuale proliferazione di figure professionali, ormai desueti e disfunzionali”.

Intanto l’accordo è stato siglato, l’Ugl Funzione Pubblica cosa farà?

Siamo pronti alla mobilitazione. Faremo sentire la nostra voce chiara e forte: il dono di Natale pre –elettorale concesso dal Governo Renzi non tutela il futuro dei lavoratori. Bisogna estirpare i disagi reali che paralizzano il settore”.