E’ necessario che il Governo apra, in tempi stretti, un tavolo di confronto con le parti sociali. Finché non saremo convocati la nostra reazione al silenzio o, peggio ancora all’indifferenza sul rinnovo contrattuale per il Pubblico Impiego, sarà lo stato di agitazione ad oltranza”.

Augusto Ghinelli, segretario confederale dell'Ugl

Augusto Ghinelli, segretario confederale dell’Ugl

E’ un fiume in piena Augusto Ghinelli, segretario confederale dell’Ugl che, in un’intervista a La Metasociale ha spiegato le motivazioni di questa dura presa di posizione.

Ghinelli come nasce la decisione di proclamare lo stato di agitazione di tutti i lavoratori del comparto del Pubblico Impiego?

“Sono molteplici le problematiche che assillano da anni il nostro settore, troppe penalizzazioni, troppi ritardi in materia di innovazione e rinnovamento. All’Aran ci è stato chiesto di votare la riduzione dei Comparti da 11 a 4, quale fase introduttiva all’immediato avvio dei rinnovi contrattuali, ad oggi ancora fermi. Le risorse economiche stanziate nella legge di Stabilità, oltre ad essere irrisorie variano ogni giorno con preoccupante alternanza, senza tener conto che l’intera categoria sopporta un blocco contrattuale da ben sette anni e senza i previsti recuperi degli arretrati”.

Quali sono state le conseguenze legate a questa terribile paralisi?

Sicuramente il blocco del turn over ha impoverito l’intero settore di risorse umane e professionalità senza essere state rimpiazzate da giovani leve”.

 Cosa chiede il Dipartimento Pubblico Impiego dell’Ugl?

“L’immediata apertura dei tavoli contrattuali, con lo stanziamento di risorse economiche adeguate agli standard europei, un adeguato riordino dei profili professionali, per un equo adeguamento del personale alle innovazioni tecnologiche e normative intervenute in questi ultimi anni. Inoltre la riapertura dei concorsi pubblici, con la stabilizzazione di tutti i precari, riservando a questi ultimi dei posti percentuale stabiliti, per non disperdere esperienze di lavoro già acquisite; l’avvio delle procedure per la mobilità volontaria per tutto il personale, che concilino realmente le esigenze dei lavoratori, con quelle delle amministrazioni pubbliche. Per l’Ugl  lo stato di agitazione è un atto dovuto nei confronti di tutte le lavoratrici e i lavoratori della Pubblica Amministrazione e, per questo motivo, si protrarrà fino a un concreto e reale segnale di apertura da parte dell’esecutivo”.