di Marco Colonna

 

Crollo delle assunzioni a tempo indeterminato e dei contratti stagionali nei primi 8 mesi dell’anno in corso. A fornire le statistiche è l’Inps che nel rapporto agosto 2016 dell’Osservatorio sul precariato parla di una riduzione di 351.000 unità delle assunzioni di datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-agosto 2016  rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-8,5%) e una forte riduzione (del 7,4%) dei contratti stagionali. Il rallentamento delle nuove assunzioni ha riguardato soprattutto i contratti a tempo indeterminato: –395.000, pari a –32,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. Ma la flessione ha interessato anche le trasformazioni dei contratti da tempo parziale a tempo indeterminato (-35,4%).

E’ questo il frutto più evidente dell’albero avvelenato del Jobs act. Il primo, evidente e negativo, effetto della cessazione della “decontribuzione a termine” inserita nella riforma del sistema del lavoro introdotta dal governo Renzi. Le cifre impietose del nuovo anno messe a confronto con l’ incremento delle assunzioni a tempo indeterminato che si era registrato nel 2015 grazie alle assunzioni che potevano beneficiare dell’abbattimento triennale e integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro non lasciano spazio al dubbio. Nel 2016, i rapporti di lavoro agevolati rappresentano il 32,8% del totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato.

Nel 2015, l’incidenza delle assunzioni e trasformazioni agevolate sul totale delle assunzioni/trasformazioni a tempo indeterminato, era stata pari al 60,8%. Incentivi fiscali per stimolare l’occupazione che ridotti drasticamente con la legge di Stabilità 2016 hanno messo a nudo il “grande bluff” del presidente del consiglio e del ministro del Lavoro, Poletti.

Il sistema delle decontribuzioni a termine che ha letteralmente “drogato” le statistiche sulla “crescita” del Paese tante volte sbandierate dal premier Renzi. Come in altri articoli Meta Sociale aveva previsto.  Inoltre, si ravvisano altri dati nell’ultimo rapporto Inps sul precariato che destano ulteriore preoccupazione: licenziamenti in aumento, boom dei voucher e retribuzioni medie in calo.

 

Nel dettaglio? I voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio nel periodo gennaio-agosto 2016 segnano un aumento del 35,9% rispetto ai primi otto mesi del 2015. Con un tasso di crescita del 66% tra il 2014 e il 2015, cui va aggiunto un ulteriore +40% tra i primi sei mesi del 2015 e i primi sei mesi del 2016. Per contro, è in calo la retribuzione mensile media per le assunzioni a tempo indeterminato, con una riduzione della quota di retribuzioni inferiori a 1.750 euro rispetto a quanto osservato per il corrispondente periodo 2015.

 

E l’aggravante che , ad un anno e mezzo dall’entrata in vigore del Jobs Act, l’abolizione dell’articolo 18, che nei propositi di Renzi doveva garantire maggior flessibilità e strumenti per far ripartire il mercato del lavoro, registra oggi un boom dei licenziamenti “per giusta causa e per giustificato motivo soggettivo” : passati in due anni da 35 a 46 mila: il 31% in più.