E’ stata la città di Avellino ad inaugurare la mobilitazione nazionale del Comitato Lavoratori per il No alla Riforma Costituzionale. Il Comitato, voce del mondo del lavoro, ha presentato insieme alla sua Presidente Valentina Iori, in conferenza stampa, presso la Sala Grasso di Palazzo Caracciolo, le motivazioni che spingono a percorrere la strada del No al referendum del 4 dicembre (link intervista Iori: https://youtu.be/NPAA90KN2iI).

Il Comitato nasce con lo scopo di dare voce alla classe produttiva del Paese e stimolare un dialogo costruttivo, raccogliendo le istanze del territorio e dei lavoratori, già vessati dalle recenti riforme del governo Renzi e preoccupati per le ripercussioni che questa legge potrà avere sul mondo del lavoro.

Avellino, quindi, è stata la prima delle 26 tappe –  fino a ora confermate –  per una mobilitazione generale caratterizzata da #10milakmperilNo,  a favore della democrazia.

La conferenza stampa è stata arricchita dagli interventi di Costantino Vassiliadis, Segretario provinciale UTL UGL, Vincenzo Femiano, segretario regionale Ugl Campania, l’On. Renata Polverini, vice Presidente della commissione Lavoro di Montecitorio (FI). Presenti, per un saluto,  anche il Presidente della Provincia di Avellino, Domenico Gambacorta, e il primo cittadino del comune di Montella, Ferruccio Capone. A moderare il dibattito Enzo Di Micco, giornalista Primativvu.

Folta la platea di sostenitori di una battaglia per la tutela della Costituzione che coinvolge davvero tutti. In prima linea Sabino Morano, Presidente dell’ Associazione “Primavera Irpinia”.

Presenti in sala anche Stefano Cetica, Presidente del Patronato Enas, i segretari confederali dell’Ugl, Ezio Favetta, Mario Carnevale, Ornella Petillo, e i rappresentanti nazionali e provinciali di categoria.

Il 10 ottobre scorso, durante la presentazione del Comitato Lavoratori per il NO, nella sala stampa della Camera dei Deputati, il gruppo di lavoratori ha ricevuto l’adesione non solo del sindacato UGL, ma anche il riscontro positivo del capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta.

Per il Comitato è doveroso votare no il 4 dicembre per i seguenti motivi: “Perché la riforma Renzi -Boschi cancellando il Cnel disarticola il confronto tra il Governo e i corpi intermedi. Perché depotenzia gli strumenti di democrazia diretta, come i referendum e le proposte di legge di iniziativa di popolare, diminuendo la capacità dei cittadini di incidere sul processo legislativo. Perché assegna allo Stato, attraverso il principio della ‘supremazia’ della legge nazionale su quella regionale, il diritto di legiferare indipendentemente dalla volontà dei territori. Perché lo Stato assorbe le competenze del turismo, dell’energia, dell’ambiente e, lascia alle Regioni i guasti della Sanità. Perché usa un linguaggio incomprensibile rispetto alla pulizia lessicale del precedente testo e volutamente ambiguo, per lasciare al legislatore la possibilità di aggirare i principi costituzionali. Perché prima di cambiare 47 articoli della Costituzione occorre applicare quelli esistenti, a partire dal diritto al lavoro, alla salute, alla retribuzione equa e dignitosa, al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Perché con la falsa motivazione di diminuire i costi della politica – che in realtà rimarranno invariati – riduce a mero organo consultivo il Senato della Repubblica che, per definizione della stessa riforma, non potrà formalmente rappresentare le istanze dei territori”.

La mobilitazione proseguirà domani, sabato 22 ottobre a Matera (appuntamento dalle ore 16 presso l’Hotel San Domenico, Via Roma 15) e domenica, 23 ottobre, a Taranto presso la sala giunta di Palazzo di Governo, dalle ore 10.30, via anfiteatro 4.

In questo senso sono importanti le parole dell’onorevole Polverini, pronunciate durante il suo intervento alla conferenza di presentazione a Roma: “Tutti i dipendenti pubblici e privati sono molto provati dal Jobs Act, nonostante questo il Comitato Lavoratori per il NO accoglie e raccoglie al suo interno la rappresentanza di tutti quelli che pur oppressi da disoccupazione, contratti non stabili e licenziamenti, riescono con il sorriso ad affrontare la battaglia per il NO”.