di Antonella Marano

Qualunque sia la ragione che li costringe ad abbandonare le loro case, tutti i bambini migranti hanno il diritto di sentirsi al sicuro e di continuare a ricevere istruzione per il loro futuro. I bambini non sono rifugiati o migranti: i bambini sono bambini ovunque. L’immigrazione non è un problema ma un vuoto da colmare. Proteggere, accogliere, formare ed integrare è per Save The Children il percorso doveroso da realizzare in nome della dignità umana. L’Unione europea e gli Stati membri, però, continuano a rendersi autori di violazioni di diritti attraverso leggi e decisioni che sembrano anteporre il controllo delle frontiere all’interesse dei bambini”.

Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save The Children (organizzazione internazionale indipendente dedicata a salvare i bambini in pericolo e a promuovere i loro diritti), con una lunga esperienza alle spalle nell’ambito umanitario, focalizza insieme a La Metasociale l’attenzione sugli immigrati e, nello specifico, sui minori non accompagnati.

Fonte Save The Children

Fonte Save The Children

Cosa può fare l’Europa?  

L’Europa deve assolutamente proseguire con le operazioni di salvataggio in mare, perché salvare le vite umane resta la priorità. Dare vita ad un sistema di accoglienza e protezione europeo, con standard che assicurino il rispetto dei diritti umani e della dignità e con una particolare attenzione dedicata ai bambini, i più vulnerabili. Impegnare i Paesi Europei in un intervento organico di riallocazione dei profughi che giungono in Europa e di re-insediamento di profughi direttamente dai paesi di origine o di transito, accogliendo ad esempio, nel caso della Siria, almeno il 5% dei rifugiati. Attivare strade sicure e legali, alternative ai trafficanti, per ottenere diritto di asilo in Europa, attraverso visti umanitari, il potenziamento delle procedure di ricongiungimento familiare, sempre a tutela del superiore interesse dei minori, scongiurando il ricorso a forme di detenzione, deportazione o respingimento. Intervenire sulle cause primarie della crisi, rafforzando gli aiuti e la cooperazione e l’impegno diplomatico per la soluzione negoziata dei conflitti in Siria, Libia e in altri paesi”.

Secondo le stime di Save the Children (aggiornate al 9 ottobre 2016), sono arrivati via mare in Italia oltre 144.780 migranti tra cui 22.500 minori. Il dato importante è che sono circa 20mila i minori non accompagnati. Un numero, rispetto allo scorso anno, decisamente in crescita.

E’ indescrivibile – ci racconta durante l’intervista la Di Benedetto – la sensazione di sconfitta che, si prova ogni volta che, da quelle acque emergono corpicini privi di vita. Una sensazione di sollievo (perché salvi) mista a tristezza (perchè soli) si avverte, invece, quando piccoli sopravvissuti, divenuti orfani durante il loro viaggio verso la speranza, vengono raggiunti e soccorsi. Bambini che, fino all’ultimo istante hanno creduto che, oltre quelle onde e quel mare, dimorasse la libertà. Un grande dolore per noi che quodianamente, dalla frontiera Sud, monitoriamo e soccorriamo le tante vite alla ricerca esclusiva di vita”.

Save The Children il 7 settembre scorso ha avviato una propria operazione di ricerca e salvataggio dei migranti nel Mediterraneo Centrale. “Vos Hestia”, la nave di Save the Children può soccorrere ed accogliere 300 persone per volta e si avvale di due gommoni di salvataggio gestiti da squadre specializzate in questo tipo di operazioni in alto mare.

Abbiamo l’obbligo di proteggere i bambini e le loro famiglie – precisa –  sia quando si trovano già in Europa sia nel corso del viaggio molto pericoloso che sono costretti ad affrontare per raggiungerla. Operiamo in stretta collaborazione con la Guardia Costiera Italiana, con le Autorità e con le altre ONG impegnate nel Mediterraneo con l’obiettivo di salvare vite umane, in particolare quelle dei più vulnerabili, come i bambini. A bordo, i team specializzati di Save the Children forniscono, durante i viaggi quotidiani, ai migranti assistenza medica, cibo, acqua, sostegno psicologico e protezione per i bambini, e possono individuare, già a bordo, le necessità specifiche e i casi più vulnerabili in particolare tra i bambini e i minori non accompagnati, per una migliore assistenza una volta sbarcati sulla terra ferma.

Come viene affrontato il tema dei minori stranieri nel dibattito pubblico?  

È affrontato ma non fino in fondo. Il 3 agosto scorso è finalmente ripresa la discussione del Disegno di legge A.C 1658, nato da una nostra proposta di riforma del sistema dell’accoglienza in Italia e presentato in Parlamento –  proprio dalla nostra Organizzazione – tre anni fa. Il Disegno di legge per la Protezione e la Tutela dei Minori Stranieri non accompagnati vuole armonizzare la normativa sull’immigrazione con quella sulla protezione dei minori in un testo organico che recepisca i principi fondamentali della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Quest’anno il numero di minori non accompagnati è più che raddoppiato rispetto al 2015 arrivando all’89,6% del totale dei minori migranti. Proprio per questo ci aspettiamo che il Disegno di Legge venga approvato in tempi brevi”.

Il principale obiettivo del Disegno di Legge A.C. 1658 “Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” è uniformare, secondo tempi e regole certe, il sistema dell’accoglienza in Italia, garantendo pari condizioni di accesso a tutti i minori stranieri non accompagnati.

Il provvedimento prevede che l’accertamento dell’età avvenga in presenza di mediatori culturali, privilegiando ove possibile le informazioni del documento anagrafico. Solo in presenza di forti dubbi si ricorre a indagini socio – sanitarie e in tal caso il minore deve essere consenziente. Viene istituita la “cartella sociale” che aiuta tutti gli operatori che vengono in contatto con il minore a conoscerlo meglio e ad identificare per lui la soluzione migliore di lungo periodo, compresa la struttura di accoglienza più idonea. Tutte le strutture sono  tenute a rispettare elevati standard di qualità. Apposite misure sono rivolte a sostenere in modo organico l’integrazione sociale, scolastica e lavorativa dei minori stranieri non accompagnati e a garantire concretamente il diritto all’istruzione e alla salute. Viene garantita continuità ad un fondo nazionale per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati al fine di risolvere la gestione dei costi che spesso ricadono solo sui Comuni di rintraccio. Tra le novità più rilevanti, il Disegno di legge mira a promuovere l’affido familiare dei bambini come alternativa alle strutture di accoglienza.

I bambini  conclude la portavoce di Save the Children –  sono prima di tutto bambini, a prescindere dal loro status di rifugiati o migranti, e l’UE e gli Stati Membri hanno la possibilità e il dovere di voltare pagina e di porre la vita e i diritti dei più piccoli al centro delle proprie strategie sulle migrazioni”.