di Daniele Milani

Nostra signora televisione nei giorni scorsi ha commemorato, facendo un po’ di confusione sulla data il cinquantesimo anniversario della morte di Ernesto Guevara detto “el che”.

Diciamo confusione perchè in realtà Che Guevara morì il 9 ottobre del 1967 in Bolivia dove fu assassinato, dopo essere stato catturato nella Sierra,  da un sergente dell’esercito regolare il quale, pare, per compiere la sua poco gratificante missione, avesse sorbito una grande quantità di alcool.

Strano destino quello del Che. Nonostante la sua vita di rivoluzionario e di politico sia stata costellata di insuccessi, a partire dalla sua partecipazione alla rivoluzione castrista che lo vide abile guerrigliero ma pessimo politico, (la sua esperienza di ministro dell’Industria Cuba registrò un clamoroso fallimento culminato con la sua rottura con Castro con il quale ebbe gravi dissapori soprattutto in tema di politica estera ed in particolare relativamente ai rapporti con Mosca), fino all’inutile spedizione in Congo e alla esperienza in Bolivia durante la quale perse anche la vita, è rimasto il simbolo della lotta degli oppressi contro gli oppressori e della cosiddetta ricerca del comunismo dei paesi dell’america latina

Tuttavia, personaggio indubbiamente fuori degli schemi, fu idolatrato e amato da intere generazioni di giovani e meno giovani appartenenti alla sinistra rivoluzionaria e non solo.

Va ricordato che, per lunghi anni ne è stata presa in benevola considerazione la figura di rivoluzionario in chiave anticapitalista anche dalla destra radicale.

Astenendoci da valutazioni sul suo operato occorre obiettivamente dire che l’enorme successo del medico argentino non è, ( o lo è in minima parte) riconducibile al suo incidere sulla realtà politica, stante soprattutto il tradimento perpetrato nei suoi confronti dall’internazionale del comunismo ortodosso guidata da un’ Unione Sovietica che a quei tempi seguiva più la sua vocazione imperialista che le utopie dei rivoluzionari antagonisti.

Il successo di Che Guevara è in realtà riconducibile alla sua sovraesposizione mediatica consistente in una magica fotografia riprodotta in milioni di gadget in tutto il mondo, in una canzone divenuta un grande successo internazionale, ( Comandante Che Guevara),  ed in un nome (se si fosse chiamato Matteo Renzi non avrebbe, forse, acceso la fantasia di tutti i suoi fans). Decisamente un eroe dei nostri tempi.