Chiediamo l’esclusione del commercio ambulante dalla direttiva Bolkestein. Il Governo, le Regioni si carichino di questa importante responsabilità e salvino le tante piccole imprese che legano ogni loro speranza alla licenza, l’unica vera forza che permette loro di andare avanti”.

Queste le parole di Luca Malcotti, segretario nazionale dell’Ugl Terziario, dal palco allestito questa mattina nel cuore di Roma, piazza della Repubblica, per la manifestazione degli ambulanti. Quei lavoratori silenziosi ma numerosi che ogni giorno tra sacrifici e stenti portano avanti il loro lavoro. Quella parte del Paese che non ha, forse, mai protestato ma che ora sente la necessità di scendere in piazza per il futuro dei propri figli e per le loro famiglie. E questa mattina erano tutti lì, in quella piazza, per far sentire la loro voce.

Gli ambulanti contestano la direttiva Bolkestein che porterà nuove gare per l’assegnazione degli spazi aree del mercato, invece, della graduatoria fissa con posti permanenti in seguito ad assegnazione secondo la disciplina attuale.

Tale direttiva se realizzata causerà del dumping sociale, ovvero stimolerà una corsa al ribasso per quanto riguarda le tutele sociali, i diritti dei lavoratori e il livello delle retribuzioni. Abbiamo aderito a questa manifestazione perché l’Ugl ha iniziato questa battaglia già nel 2005 quando, molto probabilmente, ancora nessuno in questo Paese conosceva la direttiva e, soprattutto i pericoli che la stessa cela. Se non verrà bloccata dal maggio 2017 le licenze degli ambulanti saranno messe a bando in gare a cui potranno partecipare anche società di capitali. Così imprese e multinazionali straniere potranno mettere in ginocchio questo settore importante della nostra economia. A supportare questa assurdità anche la politica europea e nazionale assolutamente cieca e sempre contro i soggetti più vulnerabili.

I governo e le regioni devono prendere in mano la questione e chiedere che la direttiva non venga assolutamente applicata al commercio ambulante. Non servono le passerelle oggi ma azioni concrete ed incisive, altrimenti molte piccole imprese falliranno e tante, davvero tante famiglie italiane non avranno la possibilità di lavorare” (clicca qui per vedere intervista integrale ).

Attraverso questa assurda direttiva  –  racconta a La Meta Sociale Lucilla, instancabile lavoratrice (clicca qui per vedere l’intervista) i comuni potranno optare per mettere a bando le concessioni ritenute non più compatibili con l’ambiente circostante con l’unico scopo di fare cassa e di  cedere alla concorrenze delle grandi case. Il rinnovo in ogni caso avrà durata tra i 7 e i 12 anni, ma soprattutto non sarà mai automatico, quindi più si avvicinerà lo scadere dell’autorizzazione e meno valore avrà l’attività fino ad un valore prossimo allo zero. Se dovessi perdere io la licenza – conclude – resteremo senza futuro io e tutta la mia famiglia, a farne le spese sempre i più deboli”.

Sulla stessa linea d’onda Francesco Valentino dell’Ugl Terziario che sta seguendo con attenzione la vicenda: “Gli ambulanti vivono già nel precariato:  si svegliano all’alba e in silenzio affrontano tutte le difficoltà legate al loro lavoro e alla crisi che ha rallentanto il settore. Le licenze sono una sorta di buona uscita per gli anni di duro lavoro che hanno sostenuto “(clicca qui per vedere l’intervista).

Sulla questione è intervenuta – attraverso una nota stampa –  anche l’on. Renata Polverini, Vice Presidente Commissione Lavoro della Camera dei Deputati e responsabile del Dipartimento politiche del lavoro e sindacali di Forza Italia: “Se la direttiva verrà effettivamente recepita dall’Italia assisteremo alla messa a bando di tutte le licenze per il commercio su aree pubbliche entro la metà del 2017. Non è ammissibile che circa 200 mila aziende dedite ad attività ambulante rimangano senza concessione. Il governo dovrebbe farsi interprete del mantenimento di un segmento sociale fondamentale per il nostro Paese, nonché peculiare della nostra cultura. In Regione Lazio il vicepresidente del Consiglio, Francesco Storace – ha depositato lo scorso maggio una proposta che se approvata estenderebbe la durata delle concessioni comunali per i posteggi commerciali su aree pubbliche a un massimo di 50 anni”.