Finalmente la data del referendum, 4 dicembre, c’è. Ma è l’unica buona notizia. Perché il segretario generale dell’Ugl, Francesco Paolo Capone, si schiera apertamente per il “No”.

Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il Consiglio dei Ministri ha fissato ieri la data del referendum che abolisce il bicameralismo paritario e modifica 47 articoli della Costituzione. Almeno l’incertezza sulla data del voto è stata eliminata e il dibattito potrà entrare nel vivo e nel merito. “Alla domanda se occorre al nostro Paese una riforma costituzionale – spiega il segretario generale Francesco Paolo Capone – non esiterei a rispondere ‘Sì’. Così come non esiterei a votare ‘No’ sulla riforma Renzi-Boschi”.

Quello del leader dell’Ugl, non è un “non mi piace” a prescindere senza argomentazioni, è una contestazione punto per punto: “Taglia spazi di democrazia, non produce efficaci miglioramenti nei processi legislativi, – elenca Capone – non modifica in senso presidenziale l’assetto istituzionale, rende molto più complesso il ricorso ai referendum e, ultimo ma non meno importante, cancella il Cnel”. 

In particolare sulla cancellazione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, considerata da sempre la terza Camera, “c’è da aggiungere che pur in una farraginosa gestione ha rappresentato il luogo d’incontro tra il mondo della produzione e il mondo del lavoro, una sorta di bilateralità ante litteram che mi sembra davvero singolare sia eliminata proprio quando il dialogo tra governo e parti sociali sta, seppur timidamente, incamminandosi verso i forme più simili alla ‘partecipazione’ che alla ‘concertazione’”. Ebbene sì, la partecipazione, quel principio costituzionale sancito all’art.46 e mai realizzato, per cui la Cisnal-Ugl si batte dalla data della sua fondazione, 24 marzo 1950.

“E’ utile ricordare – sottolinea Capone – che prima la Cisnal e poi l’Ugl riconoscono nella ‘Partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese’ non solo il rispetto di un dettato Costituzionale (art. 46) ma un principio di democrazia economica imprescindibile. Ecco perché non possiamo accettare né schierarci dalla parte della riforma Renzi-Boschi. Non possiamo stare in silenzio, perché sono in gioco i nostri stessi principi fondativi. Lasciamo le schermaglie agli schieramenti politici, per noi dell’Ugl urge sicuramente una scelta che non è sicuramente restare a guardare”.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha in mente un tour di 200 eventi con cui portare avanti la sua campagna elettorale per il ‘Sì’, ha contro di sé uno schieramento trasversale che va dalla politica fino ad arrivare al sindacato. Sarà importante per i cittadini e i lavoratori andare a votare consapevolmente e non possono essere lasciati in balìa dell’abile capacità comunicativa del premier.