di Daniele Milani

 

Compare sull’Unità del 28.7.2016 un articolo del Presidente della Camera Laura Boldrini un articolo riguardante la convention democratica di Filadelfia durante la quale è stata sancita la nomination di Hillary Clinton alla candidatura alla Casa Bianca per le prossime elezioni presidenziali.

Duole, ancora una volta, dover osservare che anche in questa occasione la Sig.ra Boldrini (non ricordiamo come vuole essere chiamata in ragione della carica che occupa) ha inteso circoscrivere il suo commento ed il suo plauso unicamente alla connotazione di genere dell’ex Segretario di Stato statunitense, ignorando completamente le gesta di quest’ultima nel corso della sua lunga carriera politica.

First Lady prima, poi senatrice dello stato di New York ed infine segretario di stato nel corso del secondo mandato di Obama, la Clinton non ha mai voluto associare la sua attività politica ad una qualsiasi vicinanza alle problematiche femminili, non lo ha fatto neppure in occasione dell’affaire Lewinski; nel corso di quella, per lei, immaginiamo dolorosa vicenda, ha soltanto badato a non compromettere, nei limiti del possibile, l’immagine del marito di fronte all’opinione pubblica del suo paese..

Un qualche richiamo al genere di appartenenza la Clinton lo ha esplicitato soltanto in occasione della campagna elettorale che ora la vede impegnata; questo, ovviamente per motivi palesemente propagandistici.

Purtuttavia la Sig.ra Boldrini, per mezzo dell’articolo sopra richiamato, ha soltanto magnificato l’auspicata (da lei) ipotesi di  ingresso di una donna alla Casa Bianca. Naturalmente, prendendo spunto da tale sogno (che allo stato, stando ai recenti sondaggi, resta tale) non ha perso occasione per ripercorrere stancamente tutte le iniziative da lei prese in favore o in sfavore, a seconda dei punti di vista, delle donne in Italia.

Dicevamo, nel titolo, monomanie. Spiace constatare che La nostra Presidente della Camera, proprio nel momento in cui ha assicurato il suo patrocinio all’iniziativa dell’UGL contro il femminicidio che prende le mosse da Catania, sia scivolata, in una valutazione in ambito di politica estera francamente poco aderente alla realtà. Purtroppo però ogni tanto le capita. Un esempio tra tutti: La terza carica dello Stato ha preso rumorosamente parte al funerale del cittadino extracomunitario rimasto ucciso, a dire della moglie, nel corso di una banale rissa di strada. Di contro non ha inteso recarsi all’aeroporto di Ciampino per rendere omaggio alle vittime del massacro di Dacca. Eppure alcune di quelle erano donne.